CERRO AL VOLTURNO.L’attuale falò del sabato Santo di Cerro al Volturno, che si incendia nell’antico borgo “Castello” in Piazza Santa Maria, forse riporta all’accensione primaverile del fuoco di Vesta. Tale cerimoniale, in un periodo così importante dell’anno, alla morte contrappone la rinascita, identificando le divinità con il sole e la nuova luce, che da questo momento sarà più splendente. Come da tradizione millenaria, alcuni giovani, di buon mattino, si ritrovano presso Piazza Santa Maria ed iniziano la giornata caricando legna, fascine e sarmenti di vite per dar luogo, verso le ore 23 del sabato Santo, ad un grande fuoco a cui il Sacerdote, in attesa della solenne liturgia, dispensa la benedizione e provvede ad accendere il cero che viene incensato prima che si rientri nella chiesa ancora buia.
Fuoco benedetto 2000
Un tempo, non molto lontano, il venerdì Santo, invece, <dalla chiesa di Santa Maria Assunta del borgo adiacente il castello medievale, la processione (del Cristo morto e dell’Addolorata) raggiungeva la chiesa dei Santi Pietro e Paolo, contigua al fiume Rio: in entrambe le piazze si accendevano allora enormi falò frutto dei grossi ceppi donati spontaneamente dalle famiglie, ma in gran parte alimentati dai furti notturni di tronchi abbattuti e fascine messi a segno nei giorni precedenti da scorribande di ragazzi, che solo in tale occasione erano ammessi e tollerati dalla comunità. Tutt’oggi, i ragazzi che tengono viva la tradizione, si apprestano alla ricerca della legna e dei sarmenti gridando “léna léna fuòche bbenditte” nei vicoletti della “Civita” di Cerro, al suono della traccela(la troccla), strumento di legno usato durante la settimana santa per sostituire il rintocco delle campane che restano legate dal giovedì al sabato.