La nota del Presidente del Comitato ProTrignina Antonio Turdò.
RICEVIAMO E PUBBLICHIAMO DA ANTONIO TURDO’.
MACCHIA D’ISERNIA. Di pochi giorni fa il giudice di Isernia Vincenzo Di Giacomo ha rigettato un appello che il Comune di Macchia D’Isernia ha fatto ad una sentenza di archiviazione emessa dal Giudice di Pace di primo grado contro un verbale emesso in seguito a controllo autovelox sulla SS 85 Venafrana. Questa decisione chiude definitivamente un periodo lunghissimo che è iniziato circa 5 anni fa nel quale gli automobilisti sono stati calpestati, schiacciati da tutti Sindaci , Prefettura, Tecnici del Ministero dei Trasporti, cioè ciò che era vero in tutta Italia su questa postazione non valeva.
In collaborazione con il CSA-Fiadel , quivi rappresentato da quel “guerriero sannita di Pietrabbondante” di Feliciantonio Di Schiavi iniziammo una campagna di denuncia con conferenze stampe, petizione popolare e forme di protesta le più diverse anche un sit-in davanti alla medesima Prefettura.
Dopo aver certificato che l’autovelox non era posizionato sul lato giusto invece che nel lato destro era a sinistra contraddicendo l’ordinanza ANAS, che dal bivio di Temennotte alla postazione non c’erano almeno 1000 metri in presenza di limite di riduzione della velocità, che non esistevano i pannelli lampeggianti in avvicinamento alla postazione autovelox nei ricorsi alla Prefettura, la quale dopo un iniziale accoglimento cominciò a rigettare inopinatamente, i successivi ricorsi fatti dalla nostra associazione, sottoponendo gli automobilisti ad ulteriori costi e aggravi per ricorrere al Giudice di Pace, ed anche in questo caso la nostra associazione ha vinto tutti i ricorsi.
Però oggi ci poniamo una domanda: Mica può finire così e certi personaggi pensano di passarla liscia? Cioè oggi che è stato accertato ed acclarato definitivamente che avevano tutti torto. Nessuno pensa che sia il caso di restituire i soldi agli automobilisti ed ai tanti che si sono visti sottratti i punti dalla patente di guida. Io penso che dobbiamo andare alla Procura della Repubblica a chiedere che venga data e riconosciuta giustizia.