La Società della Boys Roccaravindola che da ieri ha lanciato la nuovissima rubrica “BOYS BOOK” oggi inizia la propria attività e nell’occasione la nostra redazione ha intervistato Davide De Lucia, giovanissima promessa della nostra scuola calcio della categoria Giovanissimi.
Ecco l’intervista che il giovane calciatore ha rilasciato alla nostra Redazione.
Raccontaci un po’ di te. Quando hai iniziato a giocare a calcio e cosa rappresenta per te lo sport?
Ho iniziato a giocare a calcio a 4 anni nel cortile di casa mia, poi compiuto 5 anni i miei genitori hanno deciso di iscrivermi nella scuola calcio della Boys, ci ho messo piede 9 anni fa e sono ancora qui, la Boys è diventata la mia seconda famiglia, un onore far parte di questa squadra e società. Per me lo sport rappresenta tutto, è una parte fondamentale della mia vita. Lo sport non è solo gioco e divertimento, ma aiuta i ragazzi a crescere bene e inserirsi nella società.
C’è un calciatore in particolare che consideri un punto di riferimento e a cui ti ispiri?
Il giocatore a cui mi ispiro è Lothar Matthaus, nonostante prediligo un ruolo diverso nella mia vita calcistica per me la sua duttilità e il suo temperamento mi hanno colpito molto e mi dispiace non averlo mai potuto vedere dal vivo; lo guardo spesso su internet, su alcune videocassette che conservo gelosamente e avendo letto tanto della sua storia.
Il ruolo che preferisci ricoprire in campo?
Calcisticamente sono nato punta, ma nel corso del mio percorso ho giocato in diverse zone del campo, sempre dalla trequarti in su e se oggi devo definire un ruolo preciso posso confermare di essere un trequartista. Mi piace agire alle spalle dei miei compagni e soprattutto rientrare dalla fascia destra e tirare a rientrare con il sinistro verso la porta come nell’occasione del primo gol stagionale che ho siglato in campionato quest’anno e mi sono ripetuto domenica scorsa su punizione sempre dal lato destro.
Raccontaci del gol siglato domenica su punizione e quale secondo te è il gol più bello che hai messo a segno fino ad oggi?
Domenica ho segnato su punizione un gol che ha permesso alla mia squadra di pareggiare e di portare a casa il 1 punto della stagione. Il mio compagno Raul (Meoli, ndr) in azione di contropiede guadagna la punizione sul lato destro del campo, vado sul pallone e sono concentrato al massimo per eseguire un tiro che possa creare problemi al portiere avversario. Piazzo la palla, prendo una leggera rincorsa e tiro piazzando la palla sotto la traversa e abbastanza centralmente ed il portiere non riesce ad arrivarci e segno così il gol del pareggio. Il mio gol più bello sino ad oggi per me resta quello che ho segnato qualche anno fa nella categoria esordienti contro il Forlì, praticamente a pochi minuti dall’inizio del match ricevo palla da un compagno a centrocampo e mi dirigo verso la trequarti avversaria, con una finta metto a sedere il mio avversario, rientro verso il centro e tiro di sinistro ad incrociare e la palla va a finire nell’angolino alto della porta, è stato un gol forse molto fortunato ma è stata una gioia immensa e lo ricordo come se fosse successo ieri.
Qual è stato il tuo primo allenatore?
Il mio primo allenatore in realtà ne sono stati due; Mister Annarita e Mister Tiziana che mi hanno insegnato il gioco del calcio, mi hanno aperto questo mondo a cui oggi sono davvero innamorato.
Qual è il compagno di squadra con cui ti trovi di più?
Da premettere che ho un rapporto splendido con tutti i miei compagni, ritengo che senza un rapporto di rispetto e di amicizia è impossibile in un gruppo stare insieme. Devo ammettere però che ho una profonda amicizia con Michele Pellegrino, ci conosciamo praticamente da sempre, siamo dello stesso paese e ogni volta che segno corro da lui per festeggiare la gioia del gol e ci divertiamo facendo alcuni balli.
Qual è la tua squadra del cuore?
Ho una passione per l’Inter, la seguo da sempre praticamente e non smetterò mai di amarla.
Hai un soprannome?
Sì, i miei compagni mi chiamano dabbo, non conosco il significato e del perché mi chiamano così, dovrei chiederlo a loro ma non lo faccio perché questo soprannome mi piace e magari sentendo il significato può non piacermi più.
Si ringrazia Davide De Lucia per essersi prestato alla nostra redazione rispondendo alle nostre domande. Alla settimana prossima con una nuova intervista!