RICEVIAMO E PUBBLICHIAMO DA CONSIGLIER REGIONALE MASSIMILIANO SCARABEO.
Partiamo dal presupposto che il riordino della rete ospedaliera pubblica del Molise, è parte integrante del Piano Operativo Sanitario approvato con Legge dello Stato (vedi emendamento presentato dall’allora Governatore Frattura e introdotto nella scorsa Legge Finanziaria dal Governo Gentiloni). Se consideriamo anche quanto è stato detto e fatto nell’occasione, contro tale scelta, (io mi sono opposto strenuamente perché ciò rappresenta un comportamento che, di fatto, impedisce di poter apportare qualunque modifica a detto Piano) che ha determinato un ennesimo colpo di mano capace di calpestare la volontà dei cittadini molisani di vedersi tutelare il diritto alla salute, si capisce perché, oggi, bisogna “per forza” dare seguito alle disposizioni contenute in quel Piano Sanitario, le quali ridimensionano, ancor di più, i servizi negli ospedali cosiddetti minori, tra cui Venafro e Larino.
A meno di un intervento diretto del Governo, che con una nuova Legge cambi le cose! Attualmente, giova ricordarlo, il Commissario ad acta della sanità molisana è ancora Paolo Frattura e ciò non è un elemento poco trascurabile, se pensiamo che per sostituirlo, c’è bisogno sempre di un provvedimento da parte del Governo. Qualcosa, quindi, non torna, perché certe scelte, l’ultima in ordine cronologico la chiusura dei punti di primo intervento del Santissimo Rosario e del Vietri non si possono imputare a chi, come il sottoscritto, si è sempre impegnato per difendere e tutelare gli interessi di Venafro, auspicando sempre e comunque, un confronto proficuo per un programma serio sulla sanità regionale. I conti non tornano e ad avvalorarlo sono le dichiarazioni di una parte della politica regionale, che fanno emergere la necessità di dover dare seguito alle disposizioni contenute in tale emendamento (proposto da Frattura e approvato dal Governo Gentiloni) perché, dicono questi “esperti”- in caso di inadempienza a quanto stabilito, l’attuale Governo nazionale non autorizzerebbe l’uscita del Molise dal Piano di rientro sulla Sanità.
Ciò è vero, e tecnicamente non fa una piega, allora mi viene da pensare che certe colpe non sono da addossare a caso. Forse, non sarebbe meglio chiedere al nuovo Ministro della salute di rivedere la situazione della sanità molisana che si fa sempre più difficile?