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Consigliere Nola: “Nelle scuole bisogna educare alla cultura del terremoto”. Il rappresentante del Movimento Cinque Stelle detta la strada da seguire in regione.

Pubblicato: 11-09-2018 - 306
Consigliere Nola:  “Nelle scuole bisogna educare alla cultura del terremoto”. Il rappresentante del Movimento Cinque Stelle detta la strada da seguire in regione. Politica

Consigliere Nola: “Nelle scuole bisogna educare alla cultura del terremoto”. Il rappresentante del Movimento Cinque Stelle detta la strada da seguire in regione.

Pubblicato: 11-09-2018 - 306


In sintesi l’ultimo intervento di Vittorio Nola all’interno del Consiglio regionale che sta discutendo anche il bilancio.

RICEVIAMO E PUBBLICHIAMO DA CONSIGLIERE REGIONALE VITTORIO NOLA.

Innanzitutto volevo fare i complimenti per l'organizzazione di questo Consiglio, forse uno dei primi consigli da quando ci siamo insediati tutti in cui finalmente si riesce a parlare di cose concrete, purtroppo nel dramma; ma devo anche farvi i complimenti per come si è stati reattivi nella situazione in cui sapevamo essere la nostra protezione civile.

Questo ve lo dico perché vi ricordo proprio il mio intervento del 28 maggio cioè il primo Consiglio regionale quando, Presidente, le ricordai che molti nostri comuni non avevano piani di protezione civile aggiornati, ecco perché bisogna lavorare a fondo adesso, anche perché abbiamo l'Assessore Cavaliere che con la sua maglietta potrà dare ordini sulla Protezione Civile in maniera congrua. Tra il 20 e il 30% degli incidenti mortali durante un terremoto accadono a causa di comportamenti scorretti dei cittadini che subiscono il danno, perché non sanno dove andare e corrono nei posti sbagliati, vanno giù per le scale e succede un inferno.

Ecco perché è rilevante, ma le altre cose che volevo dire proprio in aggiunta a quello che abbiamo sentito tutti, abbiamo dato, credo, dei contributi validi e utili. Io distinguerei la situazione in cui siamo in tre fasi, la prima fase dovrebbe contenere proprio lo stato d'emergenza che riguarda la zona del cratere e i comuni che sono danneggiati, altrimenti già le risorse sono poche e non ce la faremo mai a coprire quello che ci richiedono quei cittadini.

Tutti abbiamo visitato quelle popolazioni e in effetti c'è un disagio sia logistico che psicologico importante. Questo perché ve lo dico? Perché noi abbiamo un secondo tema, secondo me, da mettere a punto subito ed è il completamento della ricostruzione degli altri terremoti che abbiamo subìto, che vi ricordo non essere solo quello del 2002 ma ce ne sono ancora altri precedenti, di cui ancora non si completa la ricostruzione e vi faccio l'esempio proprio della mia città di Venafro, dove il centro storico è ancora svuotato proprio perché non è completata la ricostruzione.

Veniamo al punto di oggi. Superata la fase dell'emergenza dovremmo assicurarci che quei centri storici possano rivivere altrimenti noi continueremo nelle aree interne a svuotarci sempre di più. Quello che diceva la collega Patrizia Manzo è vero: se noi non lavoriamo sulla ristrutturazione viaria e logistica del nostro territorio i nostri centri storici e anche queste comunità sarà difficile poterle ripristinare e quindi, io stesso che ho girato in questi giorni in quei territori, sinceramente ho sentito proprio la lontananza di molti giovani che stanno pensando tutti di andare via poiché sono terrorizzati, non perché non abbiano ancora trovato la loro strada.

La terza fase io la puntualizzerei e ho fatto in proposito un intervento pubblico che credo che il Presidente Toma abbia letto. Va bene tutto, verifica strade, verifica infrastrutture, ma mi chiedo perché non facciamo fare all'Asrem, o al servizio geologico o a chi di dovere, diciamo agli esperti geologici dato che il servizio forse sarebbe opportuno ripristinarlo in Regione sulla vulnerabilità degli ospedali pubblici, perché questa è l’altra emergenza che noi abbiamo.

Attenzione, proprio perché la mappa che ci ha fatto vedere prima l'ingegner Fontana mostra con molta evidenza che una delle aree critiche è la zona del Matese, perché sappiamo benissimo che passa una faglia proprio a Monteroduni. La conosciamo, non è che ci dobbiamo meravigliare.

Quindi io chiederei anche questo: di far fare una verifica immediata proprio perché utilizzando anche lo stato d'emergenza si potrebbero richiedere dei fondi proprio per supportare queste strutture e questi plessi. Diciamo l'altra cosa di cui appunto poi dobbiamo convincerci tutti che il terremoto è come l'aria, come il vento, come il fuoco, è un fenomeno naturale. Dobbiamo conviverci e quindi, da oggi in poi, acquisiamo questa consapevolezza e diffondiamola anche nelle scuole, dove probabilmente dovremmo chiedere agli stessi direttori scolastici che comincino a divulgare questa cultura del terremoto. “

 




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