Cronaca

Pizzone: “Chiuso per mancanza di dipendenti”. Letizia Di Iorio costretta a chiudere il Municipio.

Pubblicato: 10-01-2019 - 348
Pizzone: “Chiuso per mancanza di dipendenti”. Letizia Di Iorio costretta a chiudere il Municipio. Cronaca

Pizzone: “Chiuso per mancanza di dipendenti”. Letizia Di Iorio costretta a chiudere il Municipio.

Pubblicato: 10-01-2019 - 348


L’unico dipendente in pianta stabile malato e la casa comunale si ferma. “Da otto anni resto dieci ore al giorno in comune”. Così il sindaco Di Iorio davvero allo stremo.

PIZZONE. Accade anche questo in Molise. Un piccolo municipio che deve chiudere i battenti per qualche giorno a causa della malattia stagionale dell’unico dipendete. Il particolare episodio si sta verificando a Pizzone in questi giorni dove il sindaco Letizia Di Iorio, vistasi privata da un malanno stagionale dell’unico dipendente in pianta stabile e quindi in organico, ha dovuto comunicare alla Prefettura la chiusura fino alla giornata di domani 11 gennaio, della casa comunale.

Da ben otto anni la giovane sindachessa combatte con una situazione paradossale con appelli più volte caduti in vano e non ascoltati dagli organi competenti in materia. E il giorno della chiusura forzata è arrivato, purtroppo.

“Da ben otto anni – ha spiega Letizia Di Iorio alla nostra redazione – non svolgo solamente il ruolo di sindaco e quindi di regolare amministratore, ma bensì quello di dipendete comunale in tutti gli uffici e in tutti i settori. Dieci o dodici ore al giorno dedicate alla macchina comunale, a volte perdendo tempo dietro a problematiche irrisolvibili, eppure ora è il tempo di dire basta. Non è possibile operare in questo modo. 

Il mio gesto – conclude Letizia Di Iorio – è solo il primo della serie. Messaggio rivolto anche ai cittadini che molte volte, invece di lamentarsi di tutto e tutti, dovrebbero vedere veramente le persone che hanno dedicato parte della loro vita per il regolare svolgimento dell’attività comunale, anche all’interno degli uffici. Ora non sono più disposta a fare questi sacrifici ed appelli che il più delle volte sono rimasti inascoltati”.




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