D’Egidio: «La sanità pubblica composta in primis da risorse umane che non sono state valorizzate»

Il consigliere di Forza Italia interviene sulla decisione del commissario ad acta

«La sanità pubblica, per come è stata concepita, per quella che è la sua missione (tra i tanti compiti, ricordiamolo, c’è la tutela della salute collettiva attraverso la prevenzione delle malattie, la promozione della salute ed il miglioramento della qualità della vita) è fatta prima di tutto di risorse umane ancor prima che economiche.

Risorse che negli ultimi anni non sono state valorizzate e tutelate dal mondo politico a causa di una mancata programmazione sanitaria sulla scorta di quelli che sono i fabbisogni professionali. Più che richiamare medici in pensione e pensare a soluzioni tampone che non farebbero altro che aggravare la condizione attuale, bisognerebbe studiare un piano per risolvere la questione e attuare soprattutto le procedure per rendere attrattive le nostre strutture». A dichiararlo è il consigliere regionale di Forza Italia, Armandino D’Egidio, intervenuto  in seguito alla decisione del commissario ad acta della Regione Molise, Angelo Giustini, di richiamare in servizio medici in pensione (scelta poi ripresa anche dal Veneto e che nelle ultime due settimane ha scatenato dibattiti a livello nazionale).

«Mi auguro – continua D’Egidio – che vengano individuati quanto prima e realizzati i processi per permettere ai giovani medici di poter lavorare. Sappiamo bene che tra i tanti problemi c’è anche quello relativo non alla mancanza di medici ma di specialisti (sulla questione, di recente, e per la precisione lo scorso 19 marzo, è intervenuto anche il consiglio regionale, presentando una mozione con la quale ha impegnato Il Presidente della Giunta regionale  ad individuare nel bilancio regionale, in vista dell’approvazione della legge di bilancio per il 2019, le risorse necessarie all’attivazione di contratti aggiuntivi di formazione specialistica per le professioni sanitarie da finanziare con risorse regionali, fondi comunitari e altre forme di finanziamento – ad esempio il patto per il Sud) ma è altrettanto vero che, negli anni scorsi, in Molise, era presente un discreto numero di specialisti che oggi rappresentano il vanto di altri ospedali.

Nello stesso Veneto, in Lombardia, Trentino, Abruzzo, Lazio e nelle Marche, solo per citare alcune regioni, ci sono fior fiori di giovani specialisti molisani, impiegati per troppo tempo senza garanzie per il futuro in Molise e che hanno deciso così di lasciare la nostra terra per iniziare un nuovo percorso di vita, più stabile e professionalmente soddisfacente, altrove.

Senza considerare i tanti specialisti molisani che invece hanno fatto una scelta ancora più radicale, andando all’estero.

In Molise, conti alla mano, negli ultimi anni si è verificata una vera e propria diaspora, la nostra regione è tra le meno attrattive in Italia. Non è un caso se alcune procedure concorsuali siano andate deserte. Per questo – conclude – mi auguro che le attenzioni, nella nostra regione, nell’immediato futuro, siano indirizzate su procedure che consentano l’assunzione di giovani professionisti già formati».




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