L’approccio multidisciplinare come fondamentale metodo di studio di una patologia molto complessa quale la Sclerosi Multipla. Se ne parlerà venerdì, 18 ottobre, nell’Aula magna del Polo didattico dell’I.R.C.C.S. Neuromed a partire dalle ore 9.00, in un convegno ECM (Educazione Continua in Medicina) dal titolo “I sintomi nascosti della Sclerosi Multipla”. Responsabile scientifico dell’incontro il professor Diego Centonze, a capo dell’Unità Operativa di Neurologia dell’Istituto.
È noto da tempo che nella sclerosi multipla, una patologia demielinizzante del sistema nervoso centrale, la sintomatologia tipica (evidenziata dalle evidenze cliniche e radiologiche causate dalla riattivazione del processo infiammatorio acuto) coesiste con una sintomatologia “atipica”, costituita soprattutto da affaticamento, disfunzione cognitiva, depressione e ansia, fattori imputabili alla neurodegenerazione. Con percentuali di prevalenza tra il 35% e il 95% nei pazienti affetti da sclerosi multipla, tali sintomi esercitano un’influenza negativa sulla qualità della vita, impattando profondamente sia sul decorso clinico che sul rischio di ricadute a medio e lungo termine.
In questo processo, e nel conseguente quadro clinico, sembrano essere coinvolte diverse molecole appartenenti alla categoria delle citochine e delle chemochine, prima tra tutte l’interleuchina-6 (IL-6). Studi scientifici recenti hanno infatti mostrato come i livelli IL-6, nel sangue o nel liquido cefalorachidiano, siano correlati alla fatica e ai disturbi dell’umore appartenenti allo spettro ansioso-depressivo. Nuove possibilità emergono così dall’integrazione tra gli attuali protocolli terapeutici di tipo farmacologico, psicoterapeutico e di stimolazione magnetica transcranica. In questo modo si contribuisce ad attenuare il processo infiammatorio acuto, e con esso la sintomatologia clinica.