Ambiente

Pulizia canali e rischio esondazione. La situazione del Rava a Venafro è critica. Il parere dell’esperto geologo Roberto Forte ascoltato dalla nostra redazione.

Pubblicato: 12-11-2019 - 577
Pulizia canali e rischio esondazione. La situazione del Rava a Venafro è critica. Il parere dell’esperto geologo Roberto Forte ascoltato dalla nostra redazione. Ambiente

Pulizia canali e rischio esondazione. La situazione del Rava a Venafro è critica. Il parere dell’esperto geologo Roberto Forte ascoltato dalla nostra redazione.

Pubblicato: 12-11-2019 - 577


Nella media Valle del Volturno, manca la cultura di mantenere puliti i canali, comunemente detti “fossi”, oltre ai corsi d’acqua di tutti gli ordini gerarchici, che siano essi regimati e non.

Infatti la buona abitudine di ripulire regolarmente gli alvei e gli argini non risulta soltanto legato all’aspetto estetico, quello in cui traspare un posto salubre da vivere, a differenza di contesti fluviali abbandonati e pressoché ridotti ad ambienti lacustri e paludosi, ma diviene importante nelle zone meteoclimatiche di tipo mediterraneo-continentale, in cui si intervallano stagioni di magra, comunemente detta “di secca”, a stagioni di ricarica.

Infatti la pulizia degli alvei dalla vegetazione spontanea e dalle “zozzerie varie” che gli incivili costantemente abbandonano, rende più facile alla forza dell’acqua il compito del trasporto solido dei sedimenti. In parole semplici l’acqua riesce ad erodere e trasportare più a valle i sedimenti che si depositano nel corso d’acqua. In special modo quando i fenomeni atmosferici diventano più intensi, le portate nei corsi d’acqua aumentano, determinando maggiori forze erosive sul fondo dell’alveo, con aumento del trasporto solido. Ma quando nelle sezioni fluviali l’acqua intercetta una fitta vegetazione, il trasporto solido si interrompe, con successivo deposito dei sedimenti. Questo quindi non fa altro che diminuire lentamente la sezione dell’alveo.

Anche la vegetazione spontanea che cresce sul letto e sugli argini dei fiumi non fa altro che diminuire le sezioni idrauliche. Con ciò si determina inevitabilmente un aumento in altezza del livello dell’acqua.

Anche noi abitanti della Media Valle abbiamo brutti ricordi legate alle esondazioni del Volturno e di molti dei suoi affluenti (es. Rava a Venafro, Ravicone a Pozzilli, Cavaliere a Colli al Volturno).

Ma non tutti sanno che gli eventi meteorici eccezionali, possono regolarsi secondo frequenze e tempi di ritorno di dieci cinquanta, cento anni, o addirittura, si possono verificare le cosiddette “precipitazioni imprevedibili o di eccezionale entità”, che sono fenomeni non legati a regole statistiche utilizzate nei calcoli di probabilità del Rischio idrologico.

I progettisti che lavorano presso gli enti preposti dovrebbero saperlo e, come loro, anche i responsabili e i dirigenti delle strutture di presidio.

La condizione attuale è quella apparentemente legata al degrado e all’abbandono.

Di recente, l’opera di allargamento delle sponde del torrente Rava, realizzata all’ingresso Sud di Venafro, con modifiche sostanziali anche sulle spalle del ponte della SS85, ha determinato una sostanziale ed evidente riduzione del Rischio Idraulico.

E seppure quest’opera determini una riduzione di esondazione del Torrente Rava in quel determinato settore, risulta attualmente inefficace a tergo o più a valle, laddove la fitta vegetazione ha preso possesso di quasi tutta la sezione idraulica, fino a formare, in alcune fasce, piccole isole tiberine verdi o addirittura colorate da rifiuti abbandonati e incastrati tra le radici.

GUARDA LE FOTO DELLA SITUAZIONE ATTUALE DEL LUNGO RAVA A VENAFRO:

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