RICEVIAMO E PUBBLICHIAMO DA COMUNE DI VENAFRO (IS)
Nelle scorse ore 18 ANZIANI – 18 PERSONE, che potrebbero essere I GENITORI E I NONNI DI OGNUNO DI NOI – sono stati trasferiti presso il “SS. Rosario”. Dalle informazioni che sono state riferite telefonicamente, si tratterebbe di 18 positivi al COVID-19 asintomatici; anziani che, in condizioni normali, pur se positivi, sarebbero rimasti presso le rispettive abitazioni con i propri familiari. Lo diciamo perché si sono letti messaggi e post sui social che sembrano dimenticare che NON SI HA A CHE FARE CON GENTE che gira per strada a infettare la nostra città, bensì stiamo parlando di MALATI CHE VENGONO RICOVERATI PRESSO UNA STRUTTURA SANITARIA per essere ASSISTITI e CURATI. Dove sono l’umana PIETÀ e la SOLIDARIETÀ umana rispetto a queste persone in difficoltà, valori che dovrebbero permeare di sé l’animo di ciascun essere umano e che da sempre caratterizzano la VENAFRANITÀ? Davvero sono bastate alcune settimane in casa davanti a un computer per farci dimenticare chi siamo, quali sono i nostri valori più profondi, quanto essenziale sia la cura di chi ha bisogno? Su questo auspichiamo che la concitazione del momento lasci spazio ai sentimenti di umanità e di solidarietà, che da sempre – e, siamo convinti, anche adesso – caratterizzano ogni Venafrano. Detto ciò (e ci sembrava doveroso), veniamo ai fatti.
Da settimane nel piano ASREM di gestione dell’emergenza COVID-19 il “SS. Rosario” (unitamente al “Vietri” di Larino) viene qualificato come centro non COVID, destinato a ricevere i pazienti a bassa e media intensità di cura provenienti da Isernia. L’eventualità di modificare questo piano, rendendo gli ospedali di Venafro e di Larino centri COVID, è stata prospettata per la prima volta nella serata di domenica. Il Sindaco si è opposto, ritenendo che, nella logica della programmazione vigente disposta da ASREM, Venafro doveva restare centro NON COVID, a disposizione dei pazienti che avessero avuto bisogno di cure “ordinarie” pure in tempi di emergenza epidemiologica, e ciò anche in considerazione delle problematiche di carenza di personale (tante volte riferite).
Sennonché, nella mattinata di lunedì il CONSIGLIO REGIONALE HA APPROVATO UNA MOZIONE, con cui, stravolgendo il piano ASREM in precedenza approvato, si è stabilito di rendere sia Venafro sia Larino centri COVID: al “SS. Rosario” gli asintomatici, a Larino i sintomatici (con la creazione di un reparto di Malattie Infettive, analogo a quello attualmente attivo presso il “Cardarelli” di Campobasso). Ne è derivata la decisione dell’ASREM di trasferire al “SS. Rosario” gli anziani, ospiti di case di cura, risultati positivi asintomatici. Viceversa, nella programmazione stabilita dal Consiglio Regionale, a Larino SARANNO destinati i plurisintomatici. A nulla sono valse le rimostranze del Sindaco, che ha spiegato come, a suo avviso, il “SS. Rosario” e Venafro non fossero pronti: DECISIONE GIÀ PRESA!
A questo punto, su insistente richiesta di chiarimenti da parte del Sindaco, ASREM ha spiegato che i problemi di personale erano stati superati assumendo nella stessa giornata di lunedì 6 INFERMIERI e 7 OSS da destinare esclusivamente all’assistenza di questi 18 pazienti, con la prospettiva di aumentarne ulteriormente la dotazione organica nei prossimi giorni. È stato, altresì, spiegato che sono stati previsti PERCORSI FISICAMENTE SEPARATI tra l’ala dell’ospedale destinata a ospitare i pazienti COVID e il resto della struttura. Non siamo a conoscenza, invece, del perché questo trasferimento sia stato effettuato a quell’ora. Ma si tratta di questioni di cui il Sindaco ha chiesto conto per iscritto, avvertendo che il “SS. Rosario” dovrà tornare a essere risorsa per la Sanità regionale, non soltanto nell’attuale fase emergenziale, ma anche in futuro. Ricordiamo, comunque, che sono le strutture sanitarie (in primis ASREM e i medici) a stabilire quali siano i percorsi di assistenza e cura a cui sottoporre i malati, e, in questa fase emergenziale più che mai, di fronte a decisioni prese dagli organi tecnici, possono anche sollevarsi dubbi, possono anche richiedersi chiarimenti, ma, poi, bisogna fidarsi, altrimenti non ha senso nulla di ciò che stiamo facendo da settimane.
Adesso, e sempre, una sola cosa va garantita: la sicurezza di quelle 18 persone (PERSONE, sì: non dimentichiamolo!), degli operatori e della nostra comunità. Ricordiamoci, però, che ci troviamo in un momento di emergenza, in cui tutte le strutture regionali (Campobasso, Isernia, Termoli) stanno dando il loro contributo. A queste adesso si aggiungeranno anche Venafro (per gli asintomatici) e Larino (per i plurisintomatici).
A chi pensava di non essere in guerra, che i problemi ci fossero soltanto nelle regioni del Nord Italia, che il Molise fosse immune dal COVID-19, va spiegato che purtroppo non è così!
L’emergenza epidemiologica ci tocca, e non soltanto perché non possiamo uscire di casa o non possiamo lavorare, bensì perché i positivi ci sono e dobbiamo curarli. Con tanta solidarietà e umana pietà. Nelle strutture che ci sono. Tra cui vi è anche il “SS. Rosario”.