rappresentiamo un gruppo di asili nido, scuole dell’infanzia, ludoteche e sezioni primavera dell’Alto Molise, operanti in vari comuni della provincia isernina.
Il nostro Paese si trova a vivere un momento di profonda indigenza, economica e sanitaria, oltre che sociale. I nostri servizi sono sempre stati dei punti di riferimento e di forza per numerose famiglie molisane eppure, ad oggi, sono dimenticati da tutti, Stato e Regione. Per anni abbiamo profuso il nostro miglior tempo nell’allestimento delle strutture, dotandole di ogni comfort, rendendo ogni spazio a misura di bambino, nella massima sicurezza; abbiamo trascorso i nostri giorni migliori al servizio dei più piccoli, compartecipando alla loro crescita e formazione, agevolando le famiglie nella gestione dei figli.
È stato un vero e proprio investimento, umano e professionale, prima che economico. Di questo, oggi, solo ricordi. Ci sentiamo esclusi dall’agenda politica della Regione: dei nostri servizi non si è fatta menzione nelle riunioni governative, statali e locali.
Non ci sono fondi ad hoc destinati, mancano delle garanzie, assenti anche le indicazioni per una riorganizzazione futura del nostro lavoro. In uno scenario simile, l’unica soluzione possibile all’orizzonte è quella della chiusura delle nostre strutture.
Ciò determinerebbe un ulteriore danno sociale ed economico in una terra già fortemente dilaniata qual è quella molisana; le nostre educatrici resterebbero disoccupate, le società gestori dei servizi, chiuderebbero, dichiarando fallimento, le famiglie resteranno prive di un servizio su cui contare, senza dimenticare che tutto ciò avrebbe delle forti ripercussioni sui più piccoli, a cui verrebbe meno la garanzia di una formazione e di una istruzione di alto livello, qualificata. Tuttavia, la nostra non vuole essere una lettera di commiserazione e disperazione, ma un grido d’appello, intriso di proposte, in linea con lo spirito delle educatrici, da sempre propositivo e mai arrendevole. Pertanto, caro Presidente, ci preme comunicarle che le nove settimane di cassa integrazione, unico ammortizzatore sociale per i nostri dipendenti, sono del tutto insufficienti; a ciò si sommano le spese per i fitti, le utenze, tasse sul lavoro in genere.
Pertanto, innanzitutto, chiediamo che tale periodo venga prorogato e che sia creato un fondo economico regionale di aiuto al pagamento delle spese. In secondo luogo, alla luce dell’importanza che i nostri servizi rivestono nel tessuto sociale ed economico regionale, ci rivolgiamo a Lei affinché le nostre attività vengano prese in considerazione nella riorganizzazione della didattica, prevedendo forme alternative di erogazione dei servizi o progettando nuovi spazi, garantendo il distanziamento sociale ed ogni norma igienico-sanitaria idonea alla tutela della salute di operatori e piccoli utenti. Inoltre, ribadiamo, che tali richieste vengono avanzate nel nostro interesse, ma soprattutto per garantire il servizio alle famiglie le quali, all’indomani della ripresa delle attività lavorative, previste per il prossimo quattro maggio, incontreranno non poche difficoltà nella gestione dei figli, non potendosi, tra l’altro, avvalere neppure dell’aiuto dei nonni, persone deboli da preservare.
In conclusione, Presidente, ci appelliamo a Lei affinché i nostri servizi non vengano dimenticati e, con essi, il futuro di tanti bambini e famiglie, certi che non si possa prescindere, nella guida di un Paese prima e di una regione poi, dal salvaguardare il sociale, affinché “tutto vada bene”.
In attesa di una Sua cortese risposta e pronti ad una proficua collaborazione, inviamo un caloroso (ma distante) abbraccio.