Dopo l’emergenza ripensare al ruolo strategico dei comuni.
Negli ultimi anni i piccoli comuni sono stati bistrattati e umiliati non solo da un punto di vista economico, ma soprattutto da un punto di vista normativo, dell’immagine e della dignità del ruolo fondamentale che giornalmente svolgono.
In questi giorni di assoluta emergenza, invece, i piccoli comuni insieme agli amministratori locali si stanno riprendendo la loro piccola rivincita, stanno dimostrando tutto il loro valore e tutta la loro importanza, quali enti a difesa del territorio e dell’ambiente, nonché per la loro virtuosità nella gestione del servizi resi ai cittadini.
Paradossalmente poi con l’emergenza Covid-19, stiamo assistendo ad una palese volontà di ritornare verso i nostri borghi da parte di molti cittadini delle città metropolitane, che vedono nei nostri piccoli centri, luoghi più sani, dove la vita ordinaria procede con ritmi più ordinari e blandi.
Solo ora tante persone manifestano la volontà di spostarsi nei nostri territori, apprezzandone la semplice ed efficiente organizzazione e la buona qualità della vita.
Dopo l’emergenza Coronavirus sarà il caso di ripensare al ruolo strategico dei nostri piccoli borghi, perché gli stessi possono e devono rappresentare l’alternativa vera a quella urbanizzazione spinta che vede residente oltre il 50% della popolazione mondiale nelle grandi metropoli, con tutto quello che né consegue a livello di inquinamento, di gestione dei servizi, di qualità della vita e di congestione sociale.
L’emergenza passerà, ma speriamo che ci porti finalmente la consapevolezza che i piccoli comuni sono e restano la spina dorsale di una Italia che funziona.