RICEVIAMO E PUBBLICHIAMO DA VALERIO FONTANA – M5S MOLISE
Ricordate i 58 milioni di euro annunciati da Toma per la ripresa economica del Molise? Ebbene, di questi, 8,5 milioni erano già destinati all'area di crisi complessa nella precedente programmazione, altri 6,2 milioni (poi aumentati a 13,2 dal governo centrale) servirebbero alla cassa integrazione in deroga, mentre la restante parte dovrebbe provenire dalla riconversione del POR FESR-FSE 2014-2020. Risultato: tagliati i fondi per la nascita delle start-up, risorse che il governo regionale non ha saputo programmare per consueta inettitudine.
Nulla di nuovo sotto il sole, la Regione Molise non è seconda a nessuno per la capacità di dilapidare risorse pubbliche senza criterio.
È il caso delle due principali misure previste dal piano di sostegno: circa 30 milioni di euro a fondo perduto per piccole e medie imprese.
Le due misure riguardano un avviso da 20 milioni di euro per sostenere le imprese con oltre 200.000 euro di ricavi annui, e un altro da 10 milioni di euro per sostenere le piccole imprese al di sotto di tale soglia.
Entrambi gli avvisi, secondo un calcolo forfettario, mirano a compensare una quota di costi fissi relativi ai primi 4 mesi dell'anno, alle aziende rimaste chiuse per l’emergenza o che hanno subìto un calo del fatturato del 30 per cento.
I limiti di un simile intervento sono chiari. Primo: prendendo come indicatore il quadrimestre gennaio-aprile, si tende ad escludere tutte le imprese stagionali che fatturano tra primavera ed estate. Inoltre non si capisce perché sono considerati i mesi di gennaio e febbraio dato che in Molise l’epidemia è arrivata a marzo. Infine, essendo limitate, le risorse stanziate possono coprire una risicata fascia di potenziali beneficiari.
In tutto questo, ieri, a poche ore dall'apertura dello sportello per l'avviso rivolto alle imprese ‘over 200.000’, gli uffici regionali sono stati costretti ad interrompere le procedure, perché le quasi 800 richieste pervenute avevano già esaurito il plafond a disposizione. Plausibile pensare che la stessa cosa accadrà anche con l'avviso rivolto alle piccole imprese, visto il budget ancor più risicato e la platea dei richiedenti più ampia.
Aggiungo che nella procedura di assegnazione dei fondi non si rilevano criteri valutativi, né analisi di merito e di effettiva necessità. Vince invece chi arriva primo, una sfida a colpi di click stile su una piattaforma che andrà di nuovo in crash ancor prima di cominciare.
L'unico provvedimento sensato sembra quello relativo al microcredito che prevede un finanziamento di 5000 euro a tasso zero da restituire in 5 anni, misura per la quale sono stati stanziati 8 milioni di euro (ma in realtà ce ne sono 12 a disposizione) provenienti dal calderone dei fondi regionali dormienti gestiti da Finmolise. Quelli che, mi piace ricordarlo, proprio noi avevamo scoperto a fine 2019 chiedendone l’utilizzo per creare una linea di finanziamento in favore dei soggetti non bancabili.
Infine un accenno alle imprese del settore turistico per le quali è prevista una specifica misura con uno stanziamento da 2 milioni di euro, cifra che rivela l'inconsistenza del provvedimento. Soprattutto se pensiamo che il tanto decantato Piano strategico del turismo è costato ai molisani ben 1,8 milioni, e che dopo due anni, non ha prodotto risultati.
Intanto il bando per i finanziamenti agli affittacamere, che ora potrebbero essere il valore aggiunto dell’offerta locale, è fermo con la graduatoria impantanata da settembre 2019.
Una situazione grottesca. La Regione tenta di scimmiottare i provvedimenti del governo nazionale per ottenere un minimo di popolarità e finisce per fare danni. La conferma è il risultato di Toma nella classifica di gradimento dei governatori.