Cronaca

I Ristoratori molisani non ci stanno più. “Basta con gli assurdi giochi politici e più attenzione per imprese e famiglie”.

Pubblicato: 18-03-2021 - 567
I Ristoratori molisani non ci stanno più. “Basta con gli assurdi giochi politici e più attenzione per imprese e famiglie”. Cronaca

I Ristoratori molisani non ci stanno più. “Basta con gli assurdi giochi politici e più attenzione per imprese e famiglie”.

Pubblicato: 18-03-2021 - 567


«Il Molise nelle ultime settimane sta vivendo un momento di straordinaria emergenza, non soltanto di natura sanitaria, ma si sta aggravando anche la condizione socio-economica di famiglie e imprese».

A denunciarlo è l’associazione che raggruppa 160 ristoratori ed esercenti della somministrazione, che a distanza di 10 mesi dalle prime proteste, torna a farsi sentire in modo vibrante.

Lo fa all’indomani della crisi politica più evidente della Regione Molise, dopo quasi 3 anni di mandato della giunta Toma, evidenziando come i rappresentanti istituzionali bene farebbero a pensare alle sorti del territorio, a tutti i livelli.

«La zona rossa che è stata decretata a febbraio in basso Molise e poi estesa in tutta la regione ci ha messo letteralmente in ginocchio, dopo un anno di chiusure e riaperture contingentate. Ormai dall’autunno 2020 cerchiamo di sopravvivere, ma i segnali che provengono dalle istituzioni e dalla politica è di lontananza assoluta dall’economia reale. Siamo stufi di giochetti, balletti e teatrini che fanno solo perdere tempo, tanto a livello nazionale quanto locale. Non si sta dando il peso giusto alle enormi difficoltà in cui ci dibattiamo noi imprenditori privati, alla fine della pandemia resteranno solo macerie se non si interverrà con intelligenza e lungimiranza».

Ristoratori e gestori rimarcano come due devono essere le direttrici per uscire dal pantano, ossia la tutela della salute e mettere in sicurezza imprese e famiglie, sotto l’aspetto socio-economico.

«Non vogliamo più sentire parlare di poltrone, ma di sostegno, di aiuti concreti, partiti ed eletti se ne facciano una ragione, altrimenti non ci sarà più nulla da amministrare dopo il Covid. Le attività commerciali stanno soffrendo come le persone che combattono col coronavirus, sia in corsia che nelle città e nelle varie località c’è solo sconforto e la presa di coscienza che senza un giro di vite, in molti verranno sopraffatti. Non vogliamo che il Molise sia una regione in svendita, nemmeno i riflettori accesi dalle tv nazionali sta scuotendo le fondamenta dei palazzi di potere, dove sono ingaggiate furibonde lotte di carattere personale e politico, ma guardate a quello che succede fuori».

Le categorie ribadiscono come pur sopportando in periodo di crisi nera investimenti ingenti per salvaguardare posti di lavoro e clientela, si resta chiusi, sforzi vanificati dalla seconda e terza ondata, prevedibili e su cui si è fatto davvero poca prevenzione.

«Ora ci troveremo a dover garantire una distanza di due metri tra un commensale e l’altro e inevitabilmente si ridurranno i posti a sedere nei ristoranti. Come facciamo ad andare avanti così? Già è saltato il secondo periodo di festività pasquali consecutivo, oltre a quello natalizio. L’immagine della nostra Regione oramai è ridotta ai minimi termini a causa del disastro sanitario che si ripercuoterà sul turismo e sulle nostre attività, quando nell’estate scorsa abbiamo potuto respirare grazie al messaggio di un territorio Covid free. Abbiamo gettato alle ortiche una grande occasione. Ma ora siamo stanchi di aspettare, vogliamo una Regione più efficiente e un attenzione alle attività commerciali che non c’è. Vogliamo ristori immediati e commisurati, non si pagano gli stipendi con annunci e promesse, non si tengono in piedi le aziende con le chiacchiere, questo avviene solo a chi scalda le poltrone».

 Firmato M.I.O. Molise




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