Il messaggio del presidente della provincia di Campobasso Francesco Roberti
Il 1° maggio è una giornata simbolo: si ricordano il lungo percorso che ha portato alla conquista dei diritti dei lavoratori e anche gli obiettivi sociali ed economici raggiunti dai lavoratori dopo lunghe battaglie.
Sarà un 1° maggio sobrio nelle celebrazioni, ma sempre una giornata di riflessione, in cui il rapporto dialettico tra lavoratori, cittadini, forze politiche e sociali rappresenta un momento di grande crescita per tutti.
Il tema lavoro è sempre un argomento di grande rilevanza politico-sociale, nonché di riflessione sulla solidarietà e sulla coesione sociale.
Il 1° maggio è la festa di chi, ogni giorno, si impegna per far valere i propri diritti e, dunque, un lavoro ce l’ha, ma anche di chi è lavoratore precario oppure un impiego non ce l’ha o lo ha perso. È in favore di quest’ultimi, infatti, che devono essere rivolte tutte le nostre attenzioni, affinché ognuno possa trovare nel lavoro la propria dignità e soddisfazione personale.
“L’Italia è una Repubblica, fondata sul lavoro”, così si apre, con l’articolo 1, la Costituzione Italiana. Nessuno deve restare indietro, soprattutto nei momenti più difficili.
L’augurio di un buon 1° maggio di riflessione, ma anche di fiducia per un futuro migliore per tutti.
-La nota dell’Assessore regionale Filomena Calenda
Ancora una volta è un Primo Maggio di riflessione. Purtroppo avremmo voluto raccontare nuove storie di ripresa economica e di occupazione, invece, questa lunga ondata pandemica ci trova sempre più deboli, ma di sicuro non molleremo, abbiamo nel nostro Dna i valori della gente sannita, che non si lascia sopraffare dalle difficoltà. Stiamo lottando su più fronti, è difficile, è vero, ma dobbiamo garantire la sicurezza sanitaria e quella più duramente messa alla prova, quella socio-economica. Ci stiamo lavorando, ve lo assicuro e non è così scontato o così semplice rimettere in moto un’economia sofferente.
In questo Primo Maggio il pensiero va, innanzitutto, a medici, infermieri, operatori sanitari e a tutto il personale degli ospedali e delle residenze per anziani e quelle dei più fragili, che hanno dimostrato grande professionalità e competenze. Penso anche a tutti quei lavoratori che hanno subito il duro colpo delle misure restrittive imposte dal Governo per fronteggiare la diffusione del virus. A cominciare dai ristoratori, ai titolari di bar, agli ambulanti, ai commercianti tutti. Penso a chi il lavoro lo ha perso e a chi molto caparbiamente è riuscito, tra mille difficoltà, a non mollare. Penso a chi in questo Primo Maggio sta lavorando, per garantire, a noi tutti, i servizi essenziali.
Comprendo, che ci si aspettava un nuovo inizio, una ripartenza, ci stiamo lavorando. La sfida che ci attende è anche legata ai cambiamenti del mondo del lavoro. Dobbiamo approcciarci a nuove visioni, occorre prendere spunto da ogni condizione che questa emergenza ci ha imposto. Bisogna potenziare il tema della sicurezza sul lavoro, affinché nessun lavoratore metta a rischio la propria vita, durante l’esercizio delle proprie mansioni. Questo Primo Maggio è un giorno difficile da vivere con meno voglia di festeggiare. Sono certa, però, che presto tutto passerà e il popolo molisano saprà risollevarsi.
Stiamo lavorando alacremente per tracciare un futuro migliore, nonostante qualche detrattore remi contro. Mi dispiace assistere allo scollamento tra la classe politica e la società civile, che interpreta l’attività di governo, rievocando il Leviatano di hobbesiana memoria.
Chi ne detta le logiche, se ne assumerà le responsabilità e le conseguenze. Io non abbandonerò mai il mio spirito combattivo a tutela dei più fragili, dei meno fortunati, di quanti hanno bisogno. Ci sono e ci sarò sempre.
Festa del lavoro, Toma: tornare alla normalità per rilanciare l’occupazione
Campobasso, 30 aprile 2021 - «Da oltre un anno, ormai, siamo alle prese con il Covid-19 e tra i numerosi effetti negativi conseguenti a questa terribile pandemia vi è purtroppo quello legato alle difficoltà del mondo del lavoro. Una situazione divenuta insostenibile, tante categorie duramente colpite, lavoratori in difficoltà e imprese allo stremo.
In questi lunghi mesi, Governo e Regione hanno messo in campo diverse iniziative al fine di sostenere imprese e lavoratori. Ma non basta, ne siamo consapevoli. È necessario tornare al più presto alla situazione pre-pandemia, dunque bisogna rialzare le saracinesche, tornare a investire, assumere, credere in un futuro prospero. Occorre, però, farlo in sicurezza, non possiamo permetterci di sbagliare. Dobbiamo continuare a rispettare le regole, proseguire con la campagna vaccinale, cercando di incrementare sempre più il numero di dosi giornaliere. Noi lo stiamo facendo alacremente, abbiamo superato le 115 mila inoculazioni e, sempreché la consegna dei vaccini avvenga come ci è stato garantito, entro l’estate avremo immunizzato tutta la popolazione molisana vaccinabile. Questo ci dà una prospettiva che fino a qualche mese fa non avevamo e ci fa ben sperare in un graduale ritorno alla normalità.
Con la pandemia, nonostante il blocco dei licenziamenti, si sono ridotte le capacità assunzionali, in modo particolare al Sud, e a farne le spese, ancora una volta, sono stati soprattutto i giovani e le donne.
La nostra Repubblica è fondata sul lavoro, le istituzioni hanno il dovere di fare di più. Sviluppo e progresso stanno dando vita a nuove opportunità lavorative, molte professioni scompariranno, altre nasceranno. Crescente sarà la domanda di risorse umane altamente specializzate. Scuola e Università sono fondamentali in questo processo. La società è in evoluzione, nei prossimi anni sono prevedibili diversi cambiamenti. D'altronde, la storia ci insegna che dopo periodi bui c’è sempre una fase di rilancio. Le risorse del Piano nazionale di ripartenza e resilienza rappresentano una straordinaria opportunità che va colta e non va sprecata.
Buon 1° maggio a tutti voi, care molisane e cari molisani».
La riflessione del presidente della Regione Molise, Donato Toma, sul 1° maggio, Festa del lavoro.
La nota di Italia Viva Molise:
Primo maggio, Italia Viva Molise: non si può festeggiare lo squilibrio di genere nel lavoro, azioni subito anche in Regione
Il primo maggio non può essere definito “Festa del Lavoro” quando l’occupazione è in calo in Molise e su tutto il territorio nazionale. Non c’è niente da celebrare se il divario salariale tra uomini e donne, continua ad essere talmente forte da costringere queste ultime a licenziarsi per stare vicine alle famiglie. Il dato delle dimissioni volontarie delle lavoratrici molisane, appartenenti alla provincia di Campobasso, in possesso della consigliera regionale di parità ci illustra un quadro allarmante: su 50 persone che nel periodo di pandemia hanno lasciato il loro impiego, 49 sono donne e uno solo è uomo.
“Uno squilibrio di genere inaccettabile- si legge in una nota di Italia Viva Molise – che in pandemia da Covid 19 allontana sempre più donne, ma soprattutto le mamme, dal posto di lavoro e quindi dall’indipendenza economica e sostanziale dai propri mariti o compagni. Mettendole anche a rischio di violenza. Sono numeri che ci devono far riflettere soprattutto perché è facile leggere il dato : il 98% delle persone che abbandonano il posto di lavoro sono donne, soprattutto mamme che hanno dovuto rinunciare per stare dietro ai figli che erano in Dad a causa della chiusura delle scuole. Accade perché a rinunciare al proprio impiego sono di solito le persone che hanno uno stipendio inferiore e non casualmente queste sono le rappresentanti del sesso femminile. In Molise sono circa 9 mila le aziende a guida femminile che almeno in teoria non hanno chiuso, ma subiscono pesanti perdite proprio a causa della pandemia in corso. Il recovery fund deve dare sostegno alle donne garantendo servizi che permettano loro di continuare a lavorare per essere libere”.
“Donne, giovani, bambini, famiglie – si legge in una recente nota della ministra Elena Bonetti - sono al centro delle parole del presidente Draghi per il piano di ripresa e di resilienza del nostro Paese. Siamo orgogliosi di poter dare avvio a questo grande percorso di ripartenza con il Family Act e con il Piano strategico per la parità di genere”.
“Ci si augura – termina Italia Viva Molise – che anche il Governo regionale possa mettere in piedi azioni e destinare fondi aggiuntivi destinati ai servizi per la famiglia.
Senza di essi, in una società fortemente patriarcale come la nostra in cui sulla donna gravano i maggiori carichi familiari, è impossibile pensare ad una vera parità di genere anche nella nostra regione. Sarà una vera festa del lavoro quando le donne non dovranno più sacrificarlo per il benessere della famiglia”.