ANCHE IL CPIA, CENTRO PROVINCIALE ISTRUZIONE PER GLI ADULTI, DI ISERNIA IN CAMPO PER SENSIBILIZZARE GLI STUDENTI AL RISPETTO DI GENERE.
Una giornata importante e densa di significato anche per il CPIA di Isernia quella del 25 novembre che ha visto la scuola partecipare con la sua sede carceraria all’inaugurazione di una panchina rossa presso la casa circondariale di Isernia come simbolo di una giornata che vuole ricordare le tante donne uccise.
Una panchina rossa come tante inaugurate in tutto il mondo ma che presso una sede carceraria assume un significato ancora più grande perché vuole sensibilizzare, ancor di più, i ristrettì ed evidenziare come quel percorso educativo e rieducativo, necessario alla base, vada messo in campo con i detenuti. Fare rete con il territorio e con le istituzioni. In occasione della Giornata internazionale contro la violenza di genere, la scuola carceraria, insieme a tutte le aree della sede, ha partecipato con grande coinvolgimento all’evento realizzando scritti e testimonianze di alunni sul tema “le donne non si picchiano mai”. Grazie al prezioso coordinamento dell’area educativa, della direzione e di tutto il corpo di polizia penitenziaria coadiuvato dal commissario, la scuola carceraria opera, quotidianamente, all’interno con un percorso didattico che vede gli alunni partecipi nella ricostruzione di un loro progetto di vita. Le cronache segnalano, quotidianamente, episodi di violenza contro le donne, che non di rado sfociano nel femminicidio. È fondamentale, pertanto, prendere piena coscienza di questo fenomeno in tutti i campi, un fenomeno che vede le donne oppresse da un marito, da un compagno, da un fidanzato, da un familiare , da un amico.
Il carnefice può essere di varia natura ma la vittima è sempre la stessa: la donna. È un problema che va affrontato e un percorso che va realizzato facendo rete e mettendo in campo tutte quelle azioni di educazione, rieducazione, analisi, consapevolezza, sensibilizzazione. Dobbiamo essere tutti consapevoli della sua crescita, delle sue manifestazioni evidenti e nascoste affidandoci agli idonei strumenti di contrasto. In tal senso anche la scuola carceraria del CPIA di Isernia, con la docente Lucia Lozzi, ha partecipato al percorso assumendo, con tutto lo staff e la dirigenza, un ruolo importante nel svolgerlo a scuola, luogo deputato non solo all’apprendimento ma anche alla formazione della personalità delle nuove generazioni, che vanno educate al rispetto degli altri e, quindi, alla condanna di stereotipi di antagonismo fra maschile e femminile, che quasi sempre sono alla base della violenza di genere.Una panchina rossa e la lettura di brani e scritti quale simbolo di condanna della violenza contro le donne, ferite fisicamente e psicologicamente nella loro dignità. In occasione della giornata internazionale contro la violenza sulle donne la casa circondariale di Isernia ha voluto sottolineare il proprio quotidiano agire con una serie di iniziative che vedono un percorso rieducativo e una sensibilizzazione al tema e la scuola carceraria partecipare con contributi didattici e, contestualmente, con la consapevolezza che sin da piccoli i futuri uomini e donne vanno educati al rispetto.
Fare scuola in carcere significa lavorare in stretta collaborazione tra tutti i profili professionali che vi operano, per garantire a tutti i detenuti il diritto allo studio. Fare scuola in carcere non è sedersi in cattedra e parlare, misurare le conoscenze attraverso la correzione di un compito oppure interrogare e dare un giudizio , mantenere la disciplina tenendo tutti seduti e zitti. La scuola in carcere rappresenta la volontà di migliorare la società e la consapevolezza di partecipare a quel percorso rieducativo tanto importante per il ristretto e la società.
Fare scuola in carcere è anche lavorare in rete col territorio, coinvolgere altre scuole. Lo scopo ultimo di tale impegno è quello di reintegrare il detenuto nella vita sociale con un suo progetto di vita ed essere partecipi di quel progetto con la scuola. Il percorso educativo porta il detenuto a riflettere sulla propria esperienza, costruendo intorno a lui una rete di saperi in modo modulare. Sono studenti che richiedono un percorso individualizzato, che preveda un sostegno formativo dal punto di vista didattico anche dopo l’uscita dal periodo di detenzione. Scuola in carcere è un glossario emotivo e relazionale per capire e sostenere lo stato d’animo dei detenuti, che comprende anche solitudine, rabbia, vergogna ma che vede tante risorse esterne e interne fornire la forza di intraprendere un nuovo percorso.
Contestualmente, nella stessa giornata, nella sede del CPIA di Isernia tante le iniziative volte a commemorare la giornata con lettura di brani, attività di laboratorio, confronti tra studenti, prodotti realizzati dagli alunni e dai docenti coordinati dalla docente Ornella Garreffa che, con tutto il plesso scolastico e i colleghi, ha sensibilizzato gli studenti sul tema ed evidenziato che la giornata va ricordata non solo il 25 novembre ma tutto l’anno perché, purtroppo, tutti i giorni le donne vengono uccise. Il dirigente del CPIA dott. Antonio Ziveri, attento alle esigenze della scuola e del territorio, quotidianamente, mette in campo i mezzi e le azioni educative per il progetto di vita dei propri studenti ribadendo il proprio impegno nel perseguirle, certo che anche una sinergia con il territorio porterà ad un salto di qualità nei percorsi didattici, con sempre maggiore consapevolezza e condivisione.
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