Giornata mondiale dei Diritti umani, Leontina Lanciano: inclusione e uguaglianza alla base del progresso
Tutte le persone nascono libere ed uguali in dignità e diritti. Così recita il primo articolo della Dichiarazione Universale dei Diritti Umani, di cui oggi si celebra la proclamazione da parte dell'Assemblea generale delle Nazioni Unite, avvenuta il 10 dicembre del 1948. Il principio enunciato in apertura della Dichiarazione rappresenta il faro che deve guidare – sempre – l’agire comune di popoli e nazioni, ma oggi assume un rilievo ancora più significativo, se si considera che il tema del 2021 della Giornata mondiale dei Diritti Umani, è quello dell’uguaglianza.
“Un rilievo – sottolinea la Garante regionale dei Diritti della Persona, Leontina Lanciano – che l’Onu stessa ha voluto ribadire nei lavori dell’Agenda 2030 e nel documento condiviso stilato per lo sviluppo sostenibile, che punta su equità e non discriminazione come strumenti fondamentali per raggiungere l’obiettivo di una crescita rispettosa delle esigenze ambientali. Mettere i diritti umani alla base delle politiche di sviluppo, infatti, è una strategia che si fonda su una visione lungimirante, poiché solo non lasciando indietro nessuno si può aspirare al progresso globale”.
Il percorso poggia, dunque, “sulla necessità di individuare soluzioni urgenti alle forme di discriminazione più radicate, che – ricorda la Garante – ancora oggi condizionano in negativo la qualità della vita di ampie fasce della popolazione. Si pensi ai popoli che vivono nei Paesi meno ricchi, alle donne, ai minori, ai rifugiati, a chi si trova in condizioni di disabilità, alle minoranze in genere e alle fasce più vulnerabili della comunità. Come, ad esempio, le persone private della libertà personale, per le quali sperimento con mano, nello svolgimento delle mie funzioni di garanzia, quanto difficili siano le condizioni di vita”.
L’impegno verso la tutela dei diritti è un dovere, rimarca Leontina Lanciano, “che va ben oltre la finalità di conseguire la crescita economica e l’annullamento di guerre e conflitti – che in ogni caso vedono nelle discriminazioni e nelle disuguaglianze il substrato su cui si alimentano – ma che rappresenta un proposito irrinunciabile di per sé. Perché assicurare a tutti l’accesso ai diritti fondamentali significa riconoscere a ciascuno la propria dignità di persona. Che deve essere considerata inviolabile a prescindere”.
Il cammino che conduce all’uguaglianza, però, “appare ancora lungo. Sono ancora troppe – segnala l’autorità regionale di garanzia – le fasce ‘deboli’, che non hanno la facoltà di esprimere e veder riconosciute le proprie opinioni, che sono escluse dai processi decisionali, che non possono beneficiare dei dovuti diritti civili, sociali, economici, politici. Un modo per rendere più vicino questo traguardo, però, esiste. È quello di agire tutti insieme, ognuno per la sua parte. Chi, per il ruolo istituzionale che riveste, ha la possibilità di intervenire ha il dovere di farlo. Un dovere non solo politico, ma morale. Affinché le azioni per la tutela dei diritti umani siano messe al centro dell’agenda comune”.
Lo stesso impegno, conclude la Garante “viene chiesto a ciascuno di noi, perché ognuno, nel proprio piccolo, può fare la differenza nella diffusione della cultura dell’inclusione e dell’uguaglianza, che sta alla base della promozione del rispetto dei diritti degli altri”.