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Spopolamento e disoccupazione: diagnosi e terapia Lettera aperta sen. Alfredo D’Ambrosio-Segretario regionale ‘Noi di Centro’

Pubblicato: 09-01-2022 - 442
Spopolamento e disoccupazione: diagnosi e terapia  Lettera aperta sen. Alfredo D’Ambrosio-Segretario regionale ‘Noi di Centro’ Politica

Spopolamento e disoccupazione: diagnosi e terapia Lettera aperta sen. Alfredo D’Ambrosio-Segretario regionale ‘Noi di Centro’

Pubblicato: 09-01-2022 - 442


“Ho letto con piacere l’editoriale del direttore Luca Colella su Primo Piano dei giorni scorsi, dal titolo ‘Spopolamento, Roma apra un dossier Molise’. Volevo tuttavia ampliare il discorso: se infatti la diagnosi del direttore è pienamente condivisibile, mi permetto sommessamente di dare qualche suggerimento per la terapia, che dev’essere somministrata da un rilancio dell’attività della Regione Molise in tema di attrazione di investimenti sul territorio”.

Lo afferma il senatore Alfredo D’Ambrosio neo segretario regionale di ‘Noi di Centro’, il nuovo soggetto politico fondato dall’ex ministro di Giustizia Clemente Mastella.

“La Regione – ha detto D’Ambrosio – deve infatti dimostrarsi capace di intercettare fondi nazionali e più ancora europei per dare vita a progetti che creino le condizioni per continuare a vivere in questo territorio. Si deve purtroppo ammettere che con 280mila abitanti l’autonomia della nostra regione sarà sempre più a rischio. Lo spopolamento, acuito dalla crescente disoccupazione, soprattutto giovanile e dalla piaga della pandemia, che ha provocato ulteriori chiusure di aziende, soprattutto nei Nuclei industriali di Isernia-Venafro, Termoli, Bojano e Campobasso, paga anche lo scotto della mala gestio della sanità molisana. Si pensi alla chiusura degli ospedali di Agnone e Venafro, che avevano un bilancio in attivo fungendo da ospedali di frontiera, capaci di attirare gente da fuori generando mobilità attiva.

Agnone, con quel che resta del ‘Caracciolo’, non ha altre risorse per sopravvivere, se non quelle residue attività artigianali e casearie che, per quanto di qualità, rappresentano ancora – purtroppo – imprese a gestione familiare troppo piccole per reggere l’urto di una globalizzazione che non risparmia le aree interne, condannate anche da un profondo deficit infrastrutturale, che non permetterà mai un reale sviluppo industriale per l’alto. Lo stesso potrei dire per Venafro – ha aggiunto D’Ambrosio – che per posizione geografica, con il Santissimo Rosario attraeva pazienti dalla Campania e dal Lazio (san Pietro Infine, Vairano, ecc.). Ad oggi tutti gli impegni assunti dal vertice dell’Asrem sono stati completamente disattesi”.

“Il quadro è desolante – ha ammesso il segretario regionale di ‘Noi di Centro’ – Per questo condivido l’appello alla classe dirigente senza distinzioni di colore politico. Il mio vuol essere tuttavia un invito ancora più forte, ad adoperarsi a mettere in piedi nuovi progetti che possano usufruire dei finanziamenti sia del governo centrale che dell’Ue. Per fare ciò, occorre che Regione e parlamentari parlino la stessa lingua, condividendo le iniziative da intraprendere. Iniziative che non possono dimenticare che, senza servizi, la gente dal Molise scappa. E la sanità è il principale di questi servizi. Tocca pertanto investire sui medici che mancano nelle strutture ospedaliere del Molise, da Isernia a Termoli, creando condizioni realmente attrattive perché possano venire a lavorare in regione, altrimenti i concorsi continueranno a rimanere deserti. Bisogna poi fare in modo che i giovani laureati in Medicina che devono formarsi sul campo trovino una sistemazione consona alle loro aspettative, senza finire ‘prigionieri’ di un sistema sanitario gestito a vantaggio dei soliti personaggi, che impedisce loro di fare realmente esperienza”.

“L’appello che intendo fare, in conclusione – ha chiosato D’Ambrosio – è che non si perda altro tempo. Tutte le forze di cui il Molise dispone devono unirsi per intervenire urgentemente e affrontare di petto il problema della disoccupazione: senza, lo spopolamento, già progressivo, sarà definitivo e irreversibile e ci condannerà tutti all’oblio. Tutto questo, tra l’altro, non è materia che interessa la Triplice? Non intendono i sindacati dire la propria, magari con uno sciopero o altre forme di protesta che coinvolgano l’intera regione?”.




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