Ambiente

Incontro conoscitivo dal titolo” Che fare dell’ailanto. Identikit di una pianta indesiderata”. Appuntamento sabato 26 marzo presso l’Arboreto “Giancarlo Cipressi”.

Pubblicato: 16-03-2022 - 566
Incontro conoscitivo dal titolo” Che fare dell’ailanto. Identikit di una pianta indesiderata”. Appuntamento sabato 26 marzo presso l’Arboreto “Giancarlo Cipressi”. Ambiente

Incontro conoscitivo dal titolo” Che fare dell’ailanto. Identikit di una pianta indesiderata”. Appuntamento sabato 26 marzo presso l’Arboreto “Giancarlo Cipressi”.

Pubblicato: 16-03-2022 - 566


Sabato 26 marzo l'arboreto “Giancarlo Cipressi” di Santa Maria Arabona (Manoppello, Pe) propone un incontro aperto a tutti dal titolo “Che fare dell'ailanto? Identikit di una pianta indesiderata”. L'ailanto (Ailanthus altissimus) è un albero originario della Cina. Introdotto a scopo ornamentale negli Stati Uniti nel 1700, si è rapidamente diffuso in tutti i continenti guadagnandosi il soprannome di “albero dell’inferno” per la sua natura altamente invasiva. Si tratta infatti di una pianta che cresce e si riproduce molto velocemente, togliendo spazio alla flora autoctona e minacciando la biodiversità.

È inoltre una specie allelopatica, ovvero che inibisce la crescita di altre piante nelle immediate vicinanze mediante il rilascio di particolari sostanze chimiche nel terreno. Negli ultimi decenni l'ailanto si è diffuso ampiamente anche in Italia: lo troviamo dove il terreno è scoperto, per esempio lungo le scarpate, le stazioni e i binari della ferrovia, in zone industriali, tra edifici in rovina, ma anche ai margini dei boschi, nei prati naturali, nelle aiuole o negli spazi verdi incolti. In città è capace di crescere persino nelle crepe di un marciapiede, insinuandosi tra asfalto e cemento e arrecando danni agli edifici.

Da anni i servizi forestali e gli enti preposti alla gestione del territorio e alla protezione della natura cercano il modo di contenerne la diffusione. È una pianta con le radici molto estese (fino a 45 metri di espansione laterale) perciò tagliare un esemplare è controproducente perché la pianta reagisce con molti ricacci (polloni) che possono apparire a più di 20 metri dalla pianta madre: basta un frammento di radice di un centimetro perché si formi un pollone. In qualche caso si ricorre alla cercinatura (asportazione di un anello di corteccia dal tronco, in modo da interrompere la circolazione della linfa e indebolire la pianta), in altri all'uso di erbicidi sistemici iniettati nel fusto.

Finora però nessuna di queste pratiche ha dato risultati del tutto soddisfacenti. L'incontro che si terrà nell'arboreto “Giancarlo Cipressi” è pensato per far conoscere questa pianta e i problemi legati alla sua diffusione anche ai non addetti ai lavori. Relatori saranno due esperti: il professor Bartolomeo Schirone, che insegna Selvicoltura e Restauro Forestale all'Università della Tuscia, e il biologo ed ecologo Giovanni Damiani.

L'incontro è aperto a tutti e gode del patrocinio di SIA (Società Italiana di Arboricoltura), AIAPP (Associazione Italiana di Architettura del Paesaggio) e Italia Nostra. Per informazioni: cell. 340 8070450, aboretocipressi@gmail.com

Che cos'è l'Arboreto “Giancarlo Cipressi” L'arboreto “Giancarlo Cipressi” si trova a Santa Maria Arabona, frazione del comune di Manoppello (Pescara). Nato in una ex cava di breccia, grande un ettaro, è una collezione di una novantina specie arboree ornamentali di specie tutte diverse, ciascuna contrassegnata da un cartellino con scritto il nome comune e scientifico: dal ginkgo biloba al tiglio, dal carpino alla quercia da sughero, dall'olivo al liquidambar... C

'è anche il caco di Nagasaki: simbolo di pace, è un giovane esemplare discendente da un albero di cachi sopravvissuto alla bomba atomica che distrusse la città giapponese di Nagasaki durante la seconda guerra mondiale. Realizzato a scopo didattico, per avvicinare soprattutto i bambini alla conoscenza degli alberi e alla loro importanza per la nostra vita, è un luogo che ospita scolaresche in gita didattica, spettacoli di teatro-natura e incontri sul tema della cultura del giardino, del paesaggio e della tutela della biodiversità.

L'anno scorso è stato utilizzato anche come location di matrimoni all'aperto e feste di compleanno per bambini con la formula della caccia al tesoro botanica. Giancarlo Cipressi, a cui l'arboreto è dedicato, è stato un agronomo di Manoppello prematuramente scomparso, molto amante degli alberi. Fu lui a suggerire l'idea di creare questo luogo.





Articoli Correlati