Cronaca

Macchiagodena: Giuseppe Antoci sfuggito ad un attentato mafioso diventerà cittadino onorario del paese.

Pubblicato: 06-05-2022 - 464
Macchiagodena: Giuseppe Antoci sfuggito ad un attentato mafioso diventerà cittadino onorario del paese. Cronaca

Macchiagodena: Giuseppe Antoci sfuggito ad un attentato mafioso diventerà cittadino onorario del paese.

Pubblicato: 06-05-2022 - 464


Macchiagodena, 4 maggio 2022 – Il Comune di Macchiagodena, in provincia di Isernia, amministrato dal sindaco Felice Ciccone, conferisce la Cittadinanza Onoraria a Giuseppe Antoci, “Esempio e testimone di legalità”.

L’appuntamento dal più profondo dei significati, nell’ambito dell’esclusivo progetto culturale e sociale “Genius Loci. Portami un libro e ti regalo l’anima”, è fissato per sabato 7 maggio 2022, alle ore 16,30, nella Biblioteca Comunale del paese molisano. A seguire l'insignito, presidente onorario della Fondazione Caponnetto e già presidente del Parco dei Nebrodi, presenta il libro realizzato con Nuccio Anselmo, e che si avvale della prefazione di Gian Antonio Stella, “La mafia dei pascoli. La grande truffa all’Europa e l’attentato al Presidente del Parco dei Nebrodi”, dialogando col giornalista Giovanni Mancinone.

La mafia dei pascoli. La grande truffa all’Europa e l’attentato al Presidente del Parco dei Nebrodi (Rubbettino Editore, collana: Storie, 2019, pagine 116).

Milioni di euro guadagnati per anni in silenzio da cosa nostra. Un business “legale” e inesplorato. Boss che riuscivano inspiegabilmente ad affittare tanti ettari di terreno nel Parco dei Nebrodi, in Sicilia, terrorizzando allevatori e agricoltori onesti, li lasciavano incolti e incassavano i contributi dell’Unione europea perfino attraverso “regolari” bonifici bancari. Un meccanismo perverso che si perpetuava di famiglia in famiglia e faceva guadagnare somme impensabili. Un affare che si aggirerebbe, solo in Sicilia, in circa tre miliardi di euro potenziali negli ultimi 10 anni.

E nessuno vedeva o denunciava. Fino a quando in quei boschi meravigliosi e unici al mondo non è arrivato Giuseppe Antoci, che è riuscito a spazzare via la mafia dal Parco realizzando un protocollo di legalità che poi è diventato legge dello Stato ed oggi è applicato in tutta Italia. Cosa nostra aveva decretato la sua morte. La notte tra il 17 e il 18 maggio 2016 Antoci è stato vittima di un attentato, dal quale è uscito illeso solo grazie all’auto blindata e all’intervento armato del vicequestore Daniele Manganaro e degli uomini della sua scorta.

In questo libro Antoci racconta a Nuccio Anselmo la sua esperienza, e il coraggio di tanti altri servitori dello Stato che gli hanno consentito di andare avanti nella sua battaglia. E per comprendere meglio il contesto Anselmo ha scritto anche della catena di omicidi ancora irrisolti avvenuti in quelle terre, di cosa nostra barcellonese e dei Nebrodi, del primo grande processo contro il racket dei clan tortoriciani e delle dinamiche mafiose del territorio.

Giuseppe Antoci

Giuseppe Antoci, 54 anni (Santo Stefano di Camastra), Ufficiale dell'Ordine al Merito della Repubblica Italiana: "Per la sua coraggiosa determinazione nella difesa della legalità e nel contrasto ai fenomeni mafiosi". Già presidente del Parco dei Nebrodi, la più grande area protetta dell'isola siciliana che sposa 24 comuni fra Enna, Messina e Catania. Il suo impegno si è caratterizzato nella lotta contro i pascoli abusivi, gli abigeati, le macellazioni clandestine, il furto di macchinari agricoli e le frodi per ottenere finanziamenti europei. Ha più volte subito minacce prima di scampare, la notte del 17 maggio 2016, a un agguato mentre stava tornando a casa. Sotto la sua gestione, è stato adottato un protocollo di legalità che contiene le linee guida per contrastare i tentativi d'infiltrazione mafiosa nelle procedure di concessione a privati di beni compresi nel territorio di un Parco.

Nuccio Anselmo

Nuccio Anselmo, giornalista e scrittore, cronista di giudiziaria della “Gazzetta del Sud”. Si è occupato di tutti i più importanti fatti di criminalità in Sicilia tra cui quelli sulla trattativa Stato-Mafia. È stato segretario regionale dell’Ordine dei giornalisti.





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