Sobillazioni, individui facinorosi e malesseri antichi sono la cornice all’interno della quale a Roccamandolfi, comune della provincia di Isernia, in Molise, si può ancora parlare a distanza di tempo, del furore incontrollato e devastante del Brigantaggio. Reso oggi nel suo aspetto accattivante da un’iconica proiezione 3D, trait d’union di un episteme storica e passionale, caldeggiata da una memoria conoscitiva ormai in disuso. Le foschie e i chiarori del Mezzogiorno d’Italia, le perniciose abitudini governative insieme alle lotte tra sfruttati e sfruttatori abiurano qualsiasi interpretazione per capire realisticamente ciò che fu.
La storia di Roccamandolfi travolta in questa voragine è trasmessa in un futuring effetto-cinema di grande effetto, in cui convergono voglie di ribellione e romanticherie sottese, che alleviano l’idea del brigante, malvivente per indole. Nel museo si percorrere visivamente un’epoca di malavita campestre, a tratti fascinosa e ribelle. «Tutto questo al visitatore piace» aggiunge Jennifer Lombardi, a cui abbiamo chiesto quale sia la percezione in loco, che si ha di tale fenomeno: «Ricordiamo questi fatti a metà tra il senso di colpa e la fierezza, è un po' un atteggiamento contraddittorio il nostro o dovrei dire anarcoide? Quel che conta è averne coscienza altrimenti saremmo privi di verità effettuale direbbe Macchiavelli e persino d’identità». Roccamandolfi sa rendere dunque attuale e piacevole il ticchettio delle lancette mosse all’indietro, fino al 1860. “Quando ebbe principio l’iliade del brigantaggio nelle nostre contrade” stando alle parole dell’allora ventisettenne Vincenzo Berlingieri. Non ci resta allora che visitarlo e lasciarci suggestionare per qualche istante dal trascorso reazionario e dal temperamento del roccolano, oggi estremamente amabile e cortese.
L’ORARIO IN CUI È POSSIBILE VISITARLO:
•VENERDÌ •SABATO •DOMENICA
dalle ore 13:00 alle 11:00 & dalle 16:00 alle 18:30
*tutti gli altri giorni dietro prenotazione al numero WhatsApp 3276823689