Sanità

All’I.R.C.C.S. Neuromed il seminario della Professoressa Elena Cattaneo

Pubblicato: 28-06-2023 - 756
All’I.R.C.C.S. Neuromed il seminario della Professoressa Elena Cattaneo Sanità

All’I.R.C.C.S. Neuromed il seminario della Professoressa Elena Cattaneo

Pubblicato: 28-06-2023 - 756


Giovedì 29 giugno alle ore 12 la ricercatrice e Senatrice a vita farà il punto sulle ricerche di frontiera nel campo della Malattia di Huntington

La malattia di Huntington è una grave e rara condizione genetica neurodegenerativa che colpisce la coordinazione dei movimenti e porta a un inarrestabile declino neurologico. Uno degli aspetti che la caratterizzano a livello delle cellule cerebrali è l’alterazione dei lipidi, tra i quali anche il colesterolo. Proprio le specifiche alterazioni nel metabolismo del colesterolo a livello cerebrale sono state scoperte dalla professoressa Elena Cattaneo, ricercatrice di fama mondiale dell’Università degli Studi di Milano e dell’Istituto Nazionale di Genetica Molecolare, nonché Senatrice a vita.Per fare il punto su queste ricerche, con una particolare attenzione alla possibilità di ripristinare il corretto metabolismo del colesterolo nel sistema nervoso, la professoressa Cattaneo, ospite del Laboratorio di Neurogenetica e Malattie Rare, terrà un seminario nell’I.R.C.C.S. Neuromed di Pozzilli (IS), giovedì 29 giugno alle ore 12:00, presso la sala conferenze Marc Verstraete nel Centro Ricerche.



“Ancora una volta – dice il dottor Vittorio Maglione del Laboratorio di Neurogenetica e Malattie Rare - avremo l’onore di ospitare la professoressa Cattaneo per un momento scientifico importante. Il Neuromed è da sempre impegnato in prima linea sulla malattia di Huntington, ed il nostro laboratorio, negli anni, ha contribuito a dimostrare come le alterazioni lipidiche possano contribuire alla patogenesi della malattia”.“Come per la maggior parte delle malattie rare, la Malattia di Huntington non ha una cura definitiva – continua la dottoressa Alba Di Pardo, dello stesso laboratorio - I risultati di questi studi rappresentano un importante avanzamento nella comprensione della malattia e potrebbero favorire lo sviluppo di nuove strategie terapeutiche per i pazienti”.


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