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La Camera approva la proposta di legge sul diritto all'oblio oncologico. La soddisfazione di Elisabetta Lancellotta.

Pubblicato: 05-08-2023 - 770
La Camera approva la proposta di legge sul diritto all'oblio oncologico. La soddisfazione di Elisabetta Lancellotta. Politica

La Camera approva la proposta di legge sul diritto all'oblio oncologico. La soddisfazione di Elisabetta Lancellotta.

Pubblicato: 05-08-2023 - 770


La nota della parlamentare molisana

La Camera dei Deputati ha approvato, all’unanimità (281 voti), la proposta di legge sul diritto all’oblio oncologico.



Il testo, ora all’esame del Senato della Repubblica, contiene norme per la prevenzione delle discriminazioni e la tutela dei diritti delle persone che sono state affette da malattie oncologiche. Il diritto all’oblio oncologico è rappresentato dal diritto delle persone guarite da una malattia oncologica di non fornire informazioni né essere oggetto di indagini sulla propria condizione patologica ormai superata. La nuova norma assicurerà che, alla guarigione clinica, corrisponda la possibilità di esercitare i propri diritti in condizioni di uguaglianza per l’accesso ai servizi finanziari, bancari e assicurativi, ma anche alle procedure di adozione di minori. Sarà il Garante per la protezione dei dati personali a vigilare sull’applicazione della nuova normativa. Una persona guarita da una patologia oncologica da più di 10 anni, senza episodi di recidiva, può accedere a servizi bancari, finanziari e assicurativi e non è ammessa la richiesta di informazioni relative allo stato di salute. Se la patologia è incorsa prima del 21° anno, tale periodo è ridotto alla metà. A votare favorevolmente anche la deputata molisana di Fratelli d’Italia, Elisabetta Lancellotta, componente della XII Commissione ‘Affari Sociali’ (Sanità), nella quale è stato esaminato il testo di legge.Per l’Onorevole Lancellotta, “il testo approvato alla Camera dei Deputati è un risultato importante, di civiltà. I pazienti oncologici guariti potranno, finalmente, vivere una vita senza discriminazioni non dovendo dichiarare più la malattia, nel rispetto del principio di uguaglianza. La soddisfazione per il risultato raggiunto è enorme, perché abbiamo colmato questo vuoto normativo”.





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