Il Consiglio dei Ministri ha approvato il decreto-legge recante “disposizioni urgenti in materia di politiche di coesione e per il rilancio dell'economia nelle aree del Mezzogiorno del Paese” (c.d. DL Sud) che introduce una serie di misure dirette a creare, nelle aree del Sud Italia, le migliori condizioni per la crescita e lo sviluppo del tessuto economico.Gli storici ritardi dell’Italia nell’impiego delle risorse europee impongono un cambio di rotta nell’organizzazione delle risorse e degli strumenti destinati alle politiche di coesione.
Al fine di consentirne un più efficace e razionale utilizzo delle risorse dedicate alle politiche di coesione, il Capo I del decreto rafforza il coordinamento tra le risorse europee e nazionali per la coesione, le risorse del PNRR e le risorse del Fondo per lo sviluppo e la coesione per la programmazione 2021-2027, in coerenza con le Raccomandazioni Specifiche per l’Italia della Commissione europea, mediante la previsione degli “Accordi per la coesione”, il rafforzamento del Sistema di monitoraggio unitario per le politiche di coesione e il PNRR e della trasparenza dei dati, nonché introducendo una nuova disciplina per i Contratti Istituzionali di Sviluppo.In particolare, si definisce un percorso di programmazione condivisa tra Regioni e Governo che assicura l’unitarietà strategica degli interventi ed il pieno rispetto delle finalità dei fondi, connesse alla riduzione dei divari territoriali.
Il Capo II interviene sulle aree interne fornendo per la prima volta un inquadramento normativo volto a garantire una governance unitaria per massimizzare l’efficacia dell’azione pubblica a supporto di queste aree a rischio di spopolamento. A tal fine, il decreto innova la Strategia nazionale per lo sviluppo delle aree interne, che oggi riguarda solamente 1.824 comuni abitati da circa 4 milioni di cittadini rispetto ai 4.000 comuni delle aree interne, dove risiedono circa 14 milioni di cittadini e verso cui si proietta l’azione amministrativa che sarà declinata in un “Piano strategico nazionale delle aree interne” (PSNAI), documento programmatico volto ad individuare gli ambiti di intervento e le priorità strategiche cui destinare le risorse del bilancio dello Stato, disponibili allo scopo, tenendo conto delle previsioni del PNRR e delle risorse europee destinate alle politiche di coesione, con specifico riferimento a istruzione, mobilità e servizi socio-sanitari. Il Capo III, nell’ambito di una più ampia strategia di rilancio del tessuto produttivo e dell’occupazione nel Sud, istituisce una nuova Zona Economica Speciale (ZES) comprendente l’intera area del Mezzogiorno che, dal 1° gennaio 2024, sostituirà le attuali 8 Zone economiche speciali.
La precedente organizzazione delle ZES, limitate alle aree retroportuali del Sud, non ha consentito di raggiungere appieno gli obiettivi posti alla base dell’introduzione nel nostro ordinamento di tale strumento, ovvero la necessità di attrarre investimenti nelle aree del Mezzogiorno maggiormente connesse ai flussi commerciali internazionali. La costituzione di un'unica ZES consentirà, pertanto, di massimizzare nello scenario internazionale l'impatto competitivo dell'intero Mezzogiorno con il suo già rilevante apparato produttivo, che rappresenta un potenziale da valorizzare nelle sue molteplici articolazioni settoriali e territoriali, con riconoscimento di eguali chance di sviluppo a tutti i territori dell'Italia meridionale e a tutte le imprese già insediate nel Sud, o che in esso volessero insediarsi.
Il Capo V prevede l’assunzione a tempo indeterminato di 2.200 unità di personale, di cui 71 risorse previste a livello centrale, 250 per le Regioni e 1.879 per i Comuni, finanziata da un Programma europeo e diretta a rafforzare la capacità amministrativa per l’attuazione delle politiche di coesione. Ciò al fine di dotare le amministrazioni impegnate nell’attuazione delle politiche di coesione delle competenze e delle professionalità, assicurate grazie allo svolgimento di corsi di formazione professionalizzanti, necessarie ad accelerare la realizzazione dei progetti e l’avanzamento procedurale e finanziario degli interventi. La misura richiesta dalla Commissione nell’ambito dell’Accordo di partenariato 2021-2027 mira a rendere strutturale il rafforzamento della capacità amministrativa superando i vecchi sistemi di assistenza tecnica basate su consulenze e contratti a tempo determinato che al termine dei cicli di programmazione non consentivano alle singole amministrazioni di consolidare le competenze necessarie per attuare gli interventi soprattutto in un contesto normativo costantemente in evoluzione.
"Le misure approvate dal Consiglio dei Ministri dimostrano la grande attenzione del Governo nei confronti del Meridione - il commento dei parlamentari molisani di Fratelli d'Italia, l'Onorevole Elisabetta Lancellotta e il Senatore Costanzo Della Porta - La ZES unica è una grande opportunità di sviluppo per il Molise, perché tutta la regione è ricompresa e si potranno sfruttare su tutto il territorio i vantaggi di un'unica Zona Economica Speciale, rispetto alla precedente disciplina che escludeva alcune aree della nostra regione".
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