Sette giorni e trentadue eventi: laboratori creativi, residenze d’artista, escursioni, concerti, reading, proiezioni, performance e convegni, oltre all’importante mostra di opere originali dell’artista. CASTELNUOVO AL VOLTURNO. Il Centro Indipendente Studi Alta Valle del Volturno, l’associazione che ha promosso il festival Tracce di Luce, è lieto di comunicare l’esito della manifestazione che va oltre ogni aspettativa.
Un risultato incoraggiante che fa ben sperare in un seguito altrettanto promettente. Sono state oltre 4.000 le presenze registrate nell’arco delle sette giornate, con numerosi appassionati e curiosi provenienti dal Molise e dalle regioni limitrofe, che hanno partecipato alle molteplici attività proposte. Il dato più soddisfacente è stata la partecipazione ai laboratori creativi ed esperienziali che hanno coinvolto ben 142 persone, tra giovani e adulti, in particolare abitanti di Castelnuovo al Volturno e della regione. Anche la mostra ha ospitato circa mille visitatori e curiosi che hanno avuto modo di ammirare dal vivo i ritratti e i paesaggi dei luoghi in cui Moulin ha vissuto. Durante le residenze d’artista, i sei protagonisti (tre dei quali provenienti da Francia, Russia e Belgio), che hanno alloggiato nel piccolo abitato montano in provincia di Isernia, hanno realizzato altrettanti lavori ispirandosi all’opera, agli insegnamenti e all’approccio all’arte di Moulin. I ritratti realizzati da Maria Antonietta Giovinazzo (in arte Dada) e da Kristina Alpatova sono stati donati agli abitanti e al Museo Charles Moulin, così come le astratte vedute paesaggistiche realizzate da Clara Tacinelli. Le performance di Baptiste Le Goc, cantautore francese, e di Agnese Forlani, danzatrice e costume maker, hanno catturato emozioni e significati, restituendo una nuova narrazione artistica alla comunità. Infine, l’installazione permanente di Alessandro Lucci ha offerto ai castelnovesi un Labirinto Meditativo, riqualificando un vecchio rudere e aprendo un nuovo spazio di socialità e condivisione da oggi fruibile da tutti. Ampia partecipazione anche agli eventi pomeridiani e serali, nei quali si sono succeduti artisti di fama nazionale come Galoni, Stefano di Nucci, Fernando Fidanza e la Brigata Fra Diavolo e noti artisti locali, come Ettore Marinelli che ha incantato i presenti nella serata finale realizzando dal vivo, accompagnato dalle musiche del Quartetto Bagus, un mezzo busto di Moulin in argilla. Il palco ha ospitato anche i musicisti Sergio Paliferro, Ivana Rufo e Lino Miniscalco, Andrea Belisari, i Terra di Sud e il giovane Christian Rossi, di 13 anni, che ha magistralmente esposto gli esiti delle sue ricerche sulla vita di Moulin, eseguendo in chiusura al piano lo storico omaggio musicale “Amico Moulin” dell’autore Paliferro.
Molti gli autori dei talks, delle letture e delle proiezioni: il pittore Michel Casertano, l’attore Mirko Macchia, gli scrittori Maria Stella Rossi e Giuseppe Barilone, l’autrice Maria Assunta Tomassone, la documentarista Enrica Orlando, l’illustratrice Laura Fanelli e i registi Joshua Wahlen e Alessandro Seidita. In evidenza, per l’importanza dei contributi e degli studiosi coinvolti, il Primo Convegno Internazionale su Charles Moulin, che si è tenuto nelle giornate di sabato e domenica, articolandosi in tre panel tematici (artistico, storico-antropologico ed eco-filosofico) e una tavola rotonda conclusiva. L’importanza del confronto è dovuta alla convergenza di sguardi, al fatto che a parlare di Moulin sia stata una platea di esperti nel campo dell’arte, della storia, dell’antropologia e della filosofia, mettendo l’artista al centro della Storia del Novecento in Molise. Non si è trattato di un semplice evento commemorativo, né di una rievocazione romantica. MOULIN UGUALE MOULIN! Non si può identificare nell’ostentazione di singoli individui, ma nella collaborazione e nella condivisione di interpretazioni personali di ciò che Moulin è stato e ha lasciato in ognuno. Le tracce della sua arte illuminano altre voci, nuovi sguardi e l’arte tutta, che non si può considerare mai autoconclusiva, autocelebrativa, autoriferita, ma aperta. Moulin è la comunità che l’ha accolto, che l’ha ospitato e che ancora oggi ne rinnova la memoria e il racconto. In questo senso Tracce di Luce ha accolto tutti coloro che volevano raccontare Moulin attraverso se stessi, e non il contrario. È doveroso, da parte di tutta l’organizzazione e dell’Associazione promotrice CISAV, ringraziare coloro che hanno partecipato alle sette giornate di Tracce di Luce con rispetto e cura verso il luogo. Una menzione speciale va in primis agli abitanti di Castelnuovo al Volturno che si sono mostrati sensibili, attenti e particolarmente collaborativi: il loro coinvolgimento è stato fondamentale per la costruzione del programma, per la realizzazione dell’evento e per aver creato quell’atmosfera inclusiva, armoniosa e accogliente che ha permesso a Moulin di scegliere questo abitato montano e trascorrerci buona parte della sua vita. Si ringrazia l’Amministrazione comunale di Rocchetta a Volturno, senza la quale non sarebbe stato possibile lo svolgimento dell’intera manifestazione, l’ente Parco Nazionale di Abruzzo, Lazio e Molise, che ha supportato la realizzazione del percorso narrativo lungo il sentiero che conduce alla capanna di Moulin sul Monte Marrone e RAI Radio 3 che ha patrocinato l’evento conferendogli prestigio e visibilità nazionale.
Un grazie obbligatorio alle numerose imprese del territorio che hanno sostenuto economicamente la manifestazione e a tutte le singole persone che, individualmente, hanno contribuito attraverso il crowdfunding a raggiungere gli obiettivi prefissati. Orgogliosi di aver superato le aspettative in termini di partecipazione, di aver contribuito a celebrare coralmente la figura di Charles Moulin e di aver fatto dell’esperienza di vita dell’artista, oltre che della sua opera, un patrimonio culturale collettivo, si dichiara ufficialmente aperto il percorso verso l’edizione del prossimo anno. In conclusione, Il CISAV è convinto che l’arte può diventare un elemento fondamentale e strategico per la rigenerazione culturale dei piccoli paesi dell’Italia interna e un fattore di forte critica ad un certo modello di crescita e mercificazione dei territori e delle vite che lo abitano. Tanto è stato fatto di nuovo e tanto sarà ancora fatto per ricordare degnamente l’artista e ciò che ha donato al territorio.
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