Facendo propri i contenuti dell’enciclica di Papa Francesco, Laudato sì, l’Abate e Ordinario di Montecassino e San Vincenzo al Volturno, Dom Antonio Luca Fallica, con una puntuale missiva, si appella con fiducia al Presidente della Repubblica Sergio Mattarella ed ammonisce l’Enel: “I tesori di un territorio sono ricchezza di tutti, sono immediata testimonianza della infinita munificenza di Dio e segno della sua benevolenza misericordiosa. Tutti i suoi figli sono chiamati a godere del privilegio di abitare la Terra, rispettandola come “casa comune””. Il “caso” è il progetto col quale la multinazionale si propone di realizzare una mega centrale idroelettrica nel territorio del Parco Nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise ove è sita l’antica ed insigne Abbazia di San Vincenzo al Volturno, diocesi del Monastero cassinese e, con quest’ultimo, candidata ad essere inserita dall’UNESCO nel “patrimonio dell’Umanità”.
L’Enel sarebbe pronta a snaturare e deturpare l’area, realizzando due enormi caverne“nella pancia” di una montagna, chilometri di gallerie e di strade, profondi pozzi piezometrici, vari cantieri e discariche per impressionanti cubature; ciò, anche cementificando vaste aree boschive e convertendo due preziosissimi e vitali laghi (di Alfedena-AQ e Castel S. Vincenzo-IS) ad esanimi “bacini di pompaggio”. Tutto ciò, in un territorio di inestimabile valore ambientalistico che, con le sue spesso rare e talvolta uniche biodiversità (per tutte, l’orso bruno marsicano), costituisce “dono del Creatore” per la “casa comune”: dono che lo Stato italiano ha posto sotto il centenario manto del PNALM, affinché ne sia rigidamente tutelata l’integrità.
I piani strategici per l’auspicata autonomia energetica e per la sacrosanta transizione ecologica, vanno mirati a risanare il degrado e non -come in questo caso- a degradare certificati modelli di integrità.Questo è il senso della richiesta di attenzione rivolta al Capo dello Stato dall’Abate di Montecassino il quale, a conclusione dell’appello, afferma che l’imponenza del quasi miliardario giro di danaro in gioco (o, per dirla con Francesco, dello “sterco del diavolo”), non deve far tacere o addomesticare le coscienze.