Il Frank Hoff scrittore nasce qualche anno fa, a seguito di un incidente domestico che mi è costato pagare con la disabilità. Mi sono procurato, infatti, una lesione midollare con un salto accidentale sul divano di casa, e oggi sono affetto da una grave tetraplegia, per fortuna incompleta. Dopo un lungo periodo di riabilitazione intensa in una clinica specializzata di Imola, sono tornato a casa dove ho trovato lo spazio temporale per poter ritrovare me stesso, prendere dimestichezza con il “mio nuovo corpo”, imparare a conviverci e ricercare quante più autonomie possibili che mi avrebbero permesso di tornare a vivere i semplici momenti della quotidianità.
Il tempo che mi è stato “donato” dalla disabilità l’ho sfruttato anche e soprattutto per leggere molto e scrivere, dando spazio alle mie fantasticherie. Ho ideato una storia bizzarra e intricata, pubblicata dopo qualche anno. “Il mio miglior nemico” non è la disabilità, è bensì un thriller psicologico ambientato in un Molise “particolarmente modificato”. Il mio Molise - o meglio, il Molisnt di Frank Hoff - è uno stato-cuscinetto di cui gli americani si servono per smistare e mercanteggiare la droga in tutto il mondo. Può sembrare, almeno all’inizio, una banale storia inventata sul narcotraffico, ma ad un certo punto ed improvvisamente il racconto subisce una escalation psicologica dove il protagonista si ritrova a dover risolvere questioni misteriose, macabre e aberranti. Ho iniziato a scrivere questo libro per gioco, anglicizzando i nomi delle persone reali - amici e parenti (dai quali ho preso parecchio spunto, riguardo alle loro caratteristiche fisiche, professionali, comportamentali ecc.) - e le ho catapultate in un mondo “parallelo” e puramente inventato. Se è vero che questo libro non è la mia autobiografia, quindi non ha niente a che vedere con la mia vita, è però in parte vero che tanti momenti della mia vita reale, del mio passato, mi sono serviti per creare nel romanzo periodi importanti. Ho, in sostanza, voluto ricordare a me stesso, questi ricordi e vissuti scomodi, che non ho facilmente digerito. Sono, inoltre, un amante dell’umorismo, specie dell’auto ironia (che uso come arma sempre per superare e accettare le contingenze negative della vita), quindi ho sfruttato la disabilità per dare vita al mio protagonista (che rappresenterebbe la mia controfigura nel romanzo). L’ho chiamato infatti Nathan Couch. Nathan in ebraico significa “Dio ha dato”, mentre Couch in inglese significa “divano”. Ovviamente faccio riferimento al salto sul divano che mi ha causato una lesione midollare l’8 ottobre del 2017. Il messaggio argutamente crittografato è: “Dio (o il Destino) mi ha donato una nuova vita con quel salto sul divano”. In pratica, il Frank Hoff scrittore è nato con e dopo la disabilità.
LA TRAMA DEL LIBRO:
Un South Italy in balìa degli Stati Uniti d’America è diventato il principale centro di smistamento della cocaina. Nel Molisnt lo spaccio è gestito da un gruppo di amici tra cui Nathan Couch, il più lungimirante dei narcotrafficanti, arrestato nell’estate 2014.Da allora un solo pensiero gli rimane fisso nella testa: scovare il traditore, chi ha tramato la sua condanna.Tre anni più tardi, dopo la sua scarcerazione, la città di Onion Town è sconvolta da una serie di spietati omicidi. L’autore dei delitti e la persona ricercata da Nathan confluiscono in un solo nome. Questi, un pazzo amante del macabro, ha in serbo per il giovane una punizione folle e depravata.Traumatizzato dall’identità del persecutore, Nathan deve districare un’altra insidiosa matassa...Chi è il suo miglior nemico?
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