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Piana di Venafro, tavolo tecnico in regione. Ora vertice in prefettura

Pubblicato: 01-12-2023 - 684
Piana di Venafro, tavolo tecnico in regione. Ora vertice in prefettura Politica

Piana di Venafro, tavolo tecnico in regione. Ora vertice in prefettura

Pubblicato: 01-12-2023 - 684


La nota dell'Assessore regionale Andrea Di Lucente

CAMPOBASSO. Al tavolo di confronto convocato questa mattina in Regione seguirà un confronto in Prefettura sulla questione degli sforamenti di PM10 nella Piana di Venafro. Ieri mattina i rappresentanti di Venafro, Sesto Campano, Pozzilli e Montaquila hanno avuto un confronto con i tecnici di Arpa e della Regione per discutere di una serie di interventi.La discussione si è concentrata su quelli a breve termine, da concentrarsi nelle prossime settimane. Su interventi più strutturali che proseguiranno per tutto il 2024 la Regione è già al lavoro attraverso un programma stilato insieme al Mase (Ministero dell’ambiente e della sicurezza energetica).



“Ora servono risposte immediate – ha detto l’assessore regionale all’Ambiente, Andrea Di Lucente -. Gli sforamenti devono essere limitati con misure urgenti. Gli interventi che farà la Regione avranno un impatto a lungo termine perché interverremo su aspetti strutturali. Sull’immediato abbiamo chiesto ai sindaci la loro opinione e le loro idee su aspetti come le limitazioni al traffico, le domeniche ecologiche o azioni forti (anche se limitate nel tempo) per abbassare i livelli di PM10. Prima di ogni cosa, ci hanno detto, vogliono avere un confronto con il Prefetto di Isernia. Per questo motivo, stiamo organizzando al più presto un tavolo in prefettura”.Nel frattempo, l’assessore anticipa la chiusura a breve di un accordo tra l’assessorato all’Ambiente e il ministero proprio per interventi sulla Piana di Venafro. “La prima cosa da fare è avviare un monitoraggio costante, che andrà avanti un anno, per capire da dove viene questo inquinamento. Lo faremo con le centraline di Arpa e con le nuove apparecchiature che abbiamo acquistato. Vogliamo arrivare a tracciare le particelle inquinanti per capire da dove arrivano. Poi, dati alla mano, intervenire. Adesso stiamo ragionando come fossimo al buio: andiamo a tentoni, ragioniamo sul sentimento e ragioniamo sempre sull’emergenza. Al contrario, dobbiamo prevenire gli sforamenti, agendo sin dai primi mesi dell’anno, dobbiamo capire da dove vengono e attuare soluzioni che siano strutturali. E’ questo l’approccio che vogliamo avere: darci un metodo scientifico di lavoro”.


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