La notizia relativa all’apertura da parte di VIBAC Spa della procedura di licenziamento collettivo per 90 dipendenti ci preoccupa e, al tempo stesso, mostra una necessità, quella di spostare la vertenza sul tavolo nazionale. E ben farebbero le organizzazioni sindacali, a mio avviso, ad andare in quella direzione. D’altra parte l’azienda ha ben 4 stabilimenti in Italia, il che giustifica una valutazione complessiva della questione, che tenga conto di tutte le realtà produttive presenti sul territorio nazionale. Anche perché la situazione negativa di uno stabilimento potrebbe, a catena, ripercuotersi in maniera non ottimale sull’intera filiera societaria. Inoltre, pur a voler comprendere le ragioni della proprietà, che delineano un quadro negativo di mercato, che dal 2023 ad oggi sarebbe ancora peggiorato, e pur a voler ritenere di procedere ad uno snellimento degli organici, non si può pensare che ciò ricada esclusivamente sui lavoratori e le loro famiglie. Intanto perché 90 esuberi, su un organico di 116, rappresentano sostanzialmente la perdita dello stabilimento termolese; in secondo luogo, se davvero si vuole incentivare l’esodo di una parte dei lavoratori l’importo offerto, che parrebbe essere pari ad € 7.500,00 ad personam, non appare assolutamente dignitoso”.
Lo dichiara il senatore di Fratelli d’Italia, Costanzo Della Porta.