RICEVIAMO E PIUBBLICHIAMO DA CONSIGLIERE REGIONALE STEFANIA PASSARELLI.
Redistribuire le deleghe, coinvolgere in un percorso virtuoso – perché concreto e fattivo - i consiglieri regionali individuando, per ognuno, il settore di competenza specifico che dovrà seguire non è affatto una operazione che mira a depotenziare gli ambiti di intervento. È l’esatto contrario perché significa attenzionare maggiormente quel settore, dedicare ulteriore tempo, risorse professionali e competenze. Non ritengo condivisibili, quindi, le obiezioni avanzate da Legambiente e WWF olise relativamente al processo di redistribuzione degli incarichi avviato dal presidente della Giunta regionale, Francesco Roberti.
Nel caso di specie, le due associazioni paventano i rischi di un presunto depotenziamento delle attività collegabili alle tematiche ambientali che, a loro dire, sarebbero conseguenti proprio alla decisione di assegnare quella responsabilità specifica ad un consigliere. Come è possibile depotenziare un ambito di intervento se, invece, si individua una professionalità che deve seguirne ogni attività, affrontare e risolvere le eventuali problematiche procedurali, che si interfaccia quotidianamente con i colleghi consiglieri, con le strutture, con la Giunta? Non condivido nemmeno la tesi secondo la quale esistano ‘deleghe di secondo piano’: non lo è e non lo sarà quella all’Ambiente e non lo è e non lo saranno tutte le altre che verranno coinvolte a breve da questo processo avviato dal presidente della Giunta. Assegnare un obiettivo specifico alle competenze e alle responsabilità di un consigliere eletto, a mio avviso, è un atto che implica fiducia e richiede impegno e responsabilità.
È uno strumento potente che permette di gestire l’ambito di competenza assegnato con maggiore attenzione: ridurre il carico di lavoro degli assessori, che continuano a mantenere deleghe rilevanti e di certo impegnative, garantisce che ogni settore possa essere costantemente seguito e monitorato, in stretta collaborazione con la Giunta e con le strutture regionali. Parlare di ‘deleghe di secondo piano’ è una lettura riduttiva delle ragioni che muovono il presidente Roberti nella redistribuzione dei settori di interesse prioritari per la nostra regione. Consentire ai consiglieri di prendere in carico uno specifico settore è una decisione che il presidente della Giunta ha inteso assumere con grande responsabilità e lungimiranza: per far funzionare a pieno la macchina amministrativa regionale servono aiuti concreti. Servono teste, braccia e gambe per accelerare il passo e rispondere ai bisogni della nostra regione.