Un titolo provocatorio per un libro di spessore sui temi ambientali. “Cronache del rimbambientalismo” è l’ultima fatica – appena uscita - dell’economista molisano Fabio Scacciavillani, con trascorsi al Fondo monetario internazionale, alla Banca centrale europea e a Goldman Sachs, nonché per anni ai vertici di organismi pubblici nella Penisola Arabica.Dopo il successo del libro “Il furto del millennio. Come la Cina ha turlupinato e depredato l'Occidente” del 2023, edito da Piemme, e del precedente “Tremonti il timoniere del Titanic” con Editori Riuniti, il noto economista ha coinvolto qualificati analisti (Roberto Bolzan, Giampiero Castellotti, Maurizio Stefanini, Vincenzo Vespri ed Elisa Volterrani) per “fornire al lettore un resoconto oggettivo sul cambiamento climatico”, al di là di prese di posizioni ideologiche, catastrofismi, complottismi e vaneggiamenti antiscientifici. L’introduzione è a cura dell’economista ed opinionista Alberto Forchielli.Tema conduttore della ricerca, che si sviluppa in 256 pagine e otto capitoli, è il cambiamento climatico. Riconoscendone gli effetti in atto, la domanda conseguente che si pongono i sei autori è scontata: le cause sono di origine antropica? Cioè, le colpe sono umane o si tratta di un fenomeno naturale, ciclico?La premessa che evidenzia Scacciavillani è che negli ambienti scientifici non si sia formato un consenso granitico. Per cui il libro fornisce una serie di preziosi materiali – uniti a riflessioni – per arricchire e ottimizzare un’opinione individuale.Nella prima trentina di pagine, Scacciavillani e Stefanini si soffermano sulle quattro rivoluzioni energetiche che hanno accompagnato la storia dell’uomo (padronanza del fuoco, introduzione dell’agricoltura, la rivoluzione del carbone e del petrolio e il sorpasso delle rinnovabili), mentre il secondo capitolo fissa la storia del mondo attraverso i cambiamenti climatici (interessante l’analisi sul ruolo dei vulcani, 135 dei 130 attivi d’Europa si trovano in Islanda). Lo stesso Scacciavillani si occupa anche della trasformazione delle prospettive economiche e della vita quotidiana, con approfondimenti sul legame tra energia e progresso. Preziosa l’intervista a Claudia Tebaldi, climatologa presso il National center for atmospheric research di Boulder in Colorado.
Nel terzo capitolo, Elisa Volterrani e Vincenzo Vespri (docente ordinario di analisi matematica presso l’Università di Firenze) approfondiscono la matematica dell’effetto serra ed i modelli previsionali.Il mito della stabilità ambientale e il principio di precauzione (giuridicamente definito all’interno della Dichiarazione di Rio del 1992) sono, invece, le materie esaminate da Roberto Bolzan.
Nel settimo e nell’ottavo capitolo, il giornalista Maurizio Stefanini fornisce una panoramica delle risposte tecnologiche al problema ambientale, toccando anche il tema dell’energia nucleare, e mette in evidenza il nodo dei pesanti costi economici e sociali legati alla transizione ecologica (“un costo pesante gravaevidentemente più sui poveri, e ad esempio le auto dei poveri per semplice numero inquinano di più che non le auto dei ricchi”).Infine il giornalista Giampiero Castellotti ricostruisce il rapporto tra il cambiamento climatico e l’informazione, evidenziando che a causa del sovraccarico informativo, dell’approssimazione e della dolosa disinformazione si determini un’assuefazione che rischia di depotenziare le reali problematiche ambientali.
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