TERMOLI. ‘La sanità non è in vendita, nessuno tocchi il punto nascita’ È questo il testo dello striscione affisso in nottata da CasaPound Italia nei pressi dell'ospedale ‘San Timoteo' di Termoli per protestare contro la possibile chiusura del punto nascita, dopo che nel 2017 non si è raggiunto il tetto minimo delle 500 nascite.
“Il punto nascita di Termoli si trova al pari di altri servizi pubblici essenziali della Regione Molise ad essere stritolato dalla ‘tenaglia’ della crisi demografica e dei continui tagli alla sanità pubblica”, afferma in una nota Agostino Di Giacomo, responsabile molisano del movimento.
“Da una parte, le giovani coppie molisane che non hanno preso la via dell’emigrazione magari non fanno figli perché non si sentono in alcun modo assistite dalle istituzioni in un compito gravoso sul piano economico. Dall'altra, quelle che scelgono di averne optano per il parto in strutture fuori regione, perché vi trovano un servizio migliore che negli ospedali molisani, fortemente depotenziati dai continui tagli”.
“Per invertire questa tendenza che rischia di portare il Molise ad un rapido spopolamento – continua Di Giacomo - rilanciamo la nostra proposta del reddito regionale di natalità, 500 euro mensili non cumulabili da erogare ad ogni nuovo nato fino al 16 anno d'età. Inoltre esortiamo la giunta entrante a rivedere in maniera radicale le politiche di spesa per la sanità pubblica, per permettere alle strutture molisane di garantire un servizio adeguato alle esigenze della cittadinanza. In campagna elettorale avevamo promesso che ad elezioni finite saremmo andati a ‘bussare alla porta’ dei vincitori per far loro presenti le esigenze della popolazione, ed è quello che faremo finché le cose non cambieranno”."