RICEVIAMO E PUBBLICHIAMO DA MOVIMENTO 5 STELLE MOLISE
Una Regione che in tempi di emergenza non garantisce parità di trattamento a tutte le imprese regionali che stanno vivendo un periodo drammatico, è una Regione che si assume il rischio di uccidere il tessuto economico e produttivo molisano.
Raccolgo le proteste dei consulenti fiscali e quelle delle associazioni di pmi, artigiani, commercianti e cooperative contro il click day voluto dall’amministrazione Toma per l’assegnazione di contributi a fondo perduto, a titolo di indennizzo post Covid-19. Un sistema che già lo scorso 25 maggio, per il bando rivolto alle imprese più grandi, ha mostrato tutte le proprie carenze. Risultato: piattaforma informatica Mosem in tilt e fondi disponibili finiti in pochi minuti. Disagi che potrebbero ripetersi in occasione del bando per le piccole imprese.
Non servono doti particolari per comprendere che un meccanismo del genere, soprattutto in questo periodo e sul nostro territorio, sia sbagliato, illogico e controproducente. Sbagliato, perché garantisce i fondi a chi invia le domande prima, quindi non considera difficoltà e bisogni di tutte le imprese e costringe alla corsa gli imprenditori. Illogico, perché basandosi su operazioni web, non tiene conto delle differenti velocità di connessione in una regione costituita per lo più da zone montane. Con il click day, infatti, la Regione ha scelto di premiare chi può accedere a infrastrutture di connessione principali, penalizzando le tante imprese che vivono in periferia o in montagna. Infine, come dicevo, è un meccanismo controproducente perché mette a rischio l’accesso ai fondi di centinaia di micro e piccole aziende, la spina dorsale del Molise, e questo, in tanti casi, può significare la chiusura.
Questo sistema, inoltre, ha potuto favorire le imprese che si sono affidate ad aziende specializzate per inviare le domande di contributo. Aziende che fanno invii di massa, tagliando fuori chi non ha gli stessi mezzi. Quindi: o la Regione non conosceva questo aspetto, e sarebbe grave, o lo conosceva e ciò sarebbe ancor più grave.
La stessa Regione, inoltre, dovrebbe anche sapere che le piccole imprese sospese o in calo di fatturato, le più penalizzate in questa fase, sostengono dei costi per fare richiesta e accedere al contributo, spesso con scarsi risultati. Addirittura invece di garantire procedure snelle e veloci, nel caso dell’ultimo avviso pubblico, le pmi sono state obbligate a dotarsi del dispositivo di firma digitale. Parliamo di ditte, spesso individuali, che ora perderanno altro tempo per mettersi in regola, magari recandosi in enti già gravati da mille richieste e rischiando assembramenti ancora vietati.
I vertici regionali hanno sbagliato ancora una volta, evitando il confronto con le associazioni di categoria e mostrando la stessa presunzione utilizzata con l’opposizione in Consiglio regionale. Il MoVimento 5 Stelle non resterà a guardare. Porteremo in Aula la vicenda e con una mozione chiederemo al governatore di rivedere l’iter di presentazione delle domande e aumentare la dotazione finanziaria della misura.
Farlo sarebbe semplicemente un’opera di buon senso, perché porre ostacoli sulla strada di piccoli imprenditori già in difficoltà è vergognoso, oserei dire, quasi provocatorio.
In periodi d'emergenza è impensabile utilizzare le procedure ordinarie, ma servono meccanismi in deroga per garantire risorse a tutti e in tempi celeri.