RICEVIAMO E PUBBLICHIAMO DA CONSIGLIO DIRETTIVO DOMINIO COLLETTIVO DI CERASUOLO
Il Comune di Filignano ha deciso, con la delibera 142 del 29 giugno 2020, di regolamentare l’affrancazione o l’enfiteusi (affitto) sulle terre del Dominio collettivo di Cerasuolo.
Cosa comporterebbe l’approvazione in Consiglio della delibera e del regolamento allegato? Un esborso, in caso di affrancazione, da parte delle famiglie di Cerasuolo pari, secondo prime stime, a diverse decine di migliaia di euro, l’importo naturalmente varia in base al numero di terreni e case “gravate” dal cosiddetto livello un antichissimo gravame risalente al medioevo. Per ora comunque le cifre non possono essere ancora sicure; i cerasuolani possono affrancare le terre oppure pagare il canone di affitto (o enfiteusi) al Comune.
La decisione ha comportato forti malumori nella popolazione del paese. Si è tenuto anche un incontro nel corso di luglio tra la Sindaca Cocozza e i cerasuolani. E’ emersa la volontà da parte della Sindaca di definire una commissione per approfondire la liceità delle pretese del Comune.
Ad oggi non ne abbiamo notizia.
E’ indubbio che è assoluamente necessaria una ricostruzione storico-giuridica ma ad oggi l’Amministrazione del Dominio Collettivo non ne ha alcuna possibilità perché lo scorso 28 agosto l’ultimo presidente dell’Amministrazione decaduta (decaduta per sentenza del Tar) ha riconsegnato alla Sindaca la sede con tutta la documentazione in essa contenuta.
Dopo l’insediamento abbiamo ufficialmente richiesto che ci fosse consegnata ma non abbiamo ricevuto risposta; nessun documento storico e nessun bilancio e contratto degli ultimi 30 anni è visionabile e analizzabile.
Ci chiediamo il motivo di tanta riservatezza.
Quanto alla delibera emergono dei punti molto controversi sui quali, a nostro parere, sarebbe salutare una riflessione attenta.
La delibera si basa su un assunto: è il Comune che “concede” le terre gravate da livello e se non pretendesse l’affitto o l’affrancazione incorrerebbe in danno erariale: è del tutto condivisibile, nessuno vuole danneggiare il Comune.
Tuttavia ci sono fortissimi dubbi che il comune “conceda” le terre, perché il Dominio Collettivo ha avuto vicissitudini storiche diverse che vorremmo dimostrare, di fatto è sempre stato un appannaggio della popolazione locale e non riteniamo che vi siano le basi storiche e giuridiche per le concessioni.
Nella delibera si parla di “discorso risolutivo” come se vi fosse qualche pendenza o situazione extra legem: i domini collettivi hanno delle leggi specifiche.
I passi che riteniamo rilevanti sono i seguenti (che parafrasiamo per comodità NdR):
Gli Istituti dell’enfiteusi e del livello sono quasi del tutto caduti in disuso; gli ultimi interventi hanno sancito l’esaurimento delle funzioni economico sociali dell’enfiteusi e le prestazioni dovute in forza dei rapporti costruiti nel passato non sono più eseguite da tempo immemorabile.
E’ strano ma è la delibera che vorrebbe introdurre l’enfiteusi dopo 72 anni e non una nostra difesa legale. Ma ancora:
Nella quasi totalità dei casi non vi è traccia nei registri immobiliari (salvo la remota possibilità che sia in qualche vecchio atto) ed è assente documentazione d’ufficio che attesti la data di costituzione e l’importo iniziale dei canoni di enfiteusi o livello (ormai assimilati come termini NdR)
Di fatto si conferma che le basi storiche sono perlomeno vacillanti.
Ma la conclusione:
Resta il fatto che il diritto del concedente a riscuotere il canone è imprescrittibile.
Diciamo che alcune premesse sono condivisibili ma non la conclusione per archiviare la quale sarebbe sufficiente una ricostruzione storica, se solo disponessimo della documentazione.
Il Presidente – Rosanna Maria Rossi
Vicepresidente – Vincenzo Del Castillo Oliveri
Consiglieri – Santa Amodei, Olimpio Martino, Domenico Capaldi