Definire i contorni di una nuova spiritualità e del Cristianesimo del terzo millennio, che ha bisogno di un tagliando e di un nuovo motore. E’ questo l’obiettivo del cardinale Gragnano che da qualche tempo vive una profonda crisi interiore. La Chiesa ha difficoltà ad arruolare nuovi fedeli e l'idea di una messa domenicale unica da piazza San Pietro, trasmessa su tutti i canali social, non ha riscosso il successo sperato. E poi c'è anche il suo Napoli, la squadra del cuore, che gli fa vivere partite al cardiopalma. L'amico Massimo Venale, vescovo e suo intimo confidente, è invece più interessato alle questioni materiali. Le offerte per la Chiesa diminuiscono continuamente e anche le passate roccaforti del Cristianesimo stanno subendo un declino. Serve un'idea capace di risollevare le sorti. Il cardinale Gragnano trova quella che si definirebbe un'illuminazione nel testo dal titolo curioso: Aboliamo la Juventus - Proposta per la rinascita dell'Italia. Il male, per l'autore di quel libro che fa sempre più presa sulla mente del cardinale, è incarnato dalla Juventus e far sparire i colori bianco e nero dal mondo deve diventare una missione per ogni buon cristiano. E’ questa la storia che l’autore, Pompeo Di Fazio, racconta nel suo libro "Gesù Cristo non era juventino", edito dal gruppo Albatros Il Filo, con la prefazione di Barbara Alberti e presentato nei giorni scorsi presso la Sala San Tommaso del Comune di Roccasecca. Proprio nella terra di San Tommaso il cardinale Gragnano trova l’ispirazione per riformulare il Cristianesimo attraverso il principio dell’antijuventinità, intesa come modello negativo di ciò che non bisogna fare. E proprio Tommaso sarà il santo teologo che offrirà al cardinale, insieme all’enciclica di papa Paolo VI, Populorum Progressio, i fondamenti dottrinali di un nuovo umanesimo che cambia immediatamente la prospettiva alle persone.
“Il libro – spiega Pompeo di Fazio – è una provocazione. Il tentativo, attraverso il calcio, di offrire un nuovo paradigma spirituale, fondato sull’assurdo ma poi non tanto. Dopo Aboliamo la Juventus, Gesù Cristo non era juventino è il suo ideale seguito. Parlare del bene, della giustizia, della morale, del rispetto degli altri e delle regole attraverso la sua negazione è un esercizio non solo teorico, ma, visto quello che sta succedendo alla squadra bianconera, un modo per avvicinare questi temi della quotidianità alle persone, anche parlando di San Tommaso D’Aquino: il mio omaggio particolare al triennio tomistico 2023/2025, anniversario rispettivamente della canonizzazione, della morte e della nascita del grande Dottore Angelico”. Alla presentazione del libro hanno partecipato anche il sindaco di Roccasecca Giuseppe Sacco, il vicesindaco Valentina Chianta, diversi rappresentanti dell’amministrazione comunale. A relazionare e dibattere sul testo: lo scrittore Alessandro Marcuccilli, il giornalista e storico Fernando Riccardi e il giornalista napoletano Paolo Trapani, autore tra l’altro di due testi dai titoli esemplificativi, Maledetta Juve e Rigore per la Juve. “Voglio ringraziare tutte le persone intervenute – ha concluso Di Fazio – il libro offre uno spunto di riflessione, è una storia semplice ma evocativa di senso e di rimandi e citazioni. Insomma, una lettura interessante che mi auguro possa incontrare il gradimento dei lettori”. Nella gallery a margine dell'articolo alcune foto dell'evento di presentazione del volume.
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