"Clandestini ad Isernia in numero 10 volte superiore il tetto massimo stabilito, gravissimo legittimarne la presenza. Di Perna pensi piuttosto a rispondere a nostra interrogazione su condizioni igienico-sanitarie nei centri"
RICEVIAMO E PUBBLICHIAMO DA CASAPOUND ISERNIA.
ISERNIA. "Un gravissimo errore politico, evidente dimostrazione della mancanza di comprensione dello stato delle cose e del sentire della popolazione". Così Francesca Bruno, consigliere comunale di CasaPound Italia in seno alla maggioranza consiliare del Comune di Isernia, commenta la partecipazione dell'assessore alle Politiche Sociali Pietro Paolo Di Perna alla conferenza di presentazione della mostra d'arte 'Isafrica', organizzata dagli immigrati ospiti dei centri d'accoglienza cittadini.
"Con la sua partecipazione alla conferenza - prosegue la Bruno - Di Perna legittima infatti uno stato di cose inaccettabile, come la presenza di clandestini a Isernia in numero pari al 2% della popolazione residente in città, una cifra 10 volte superiore al tetto massimo previsto dalla convenzione tra ANCI e Viminale. Una presenza, quella dei clandestini, che se ha significato lauti guadagni per le cooperative e i privati coinvolti nel business dell'accoglienza, è però fonte di grave allarme sociale presso i cittadini, anche in ragione degli episodi di cronaca di cui alcuni immigrati si sono resi protagonisti, dai vari reati commessi fino alla clamorosa marcia non autorizzata sotto la prefettura per chiedere 'migliori condizioni di vitto ed alloggio' a spese degli italiani".
"Ora che anche il Ministero dell'Interno sembra voler adottare una linea più dura contro l'immigrazione - prosegue il consigliere comunale isernino di CPI- con il rimpatrio di quella stragrande maggioranza di clandestini privi dei titoli per soggiornare in Italia meglio farebbe Di Perna a dare finalmente risposta all'interrogazione consiliare con cui chiediamo lumi circa le condizioni igienico sanitarie dei centri di accoglienza, per verificare che i controlli siano riesportati e non sussista in città il rischio di propagazione di epidemie".