RICEVIAMO E PUBBLIUCHIAMO DA CONSIGLIERE REGIONALE FILOMENA CALENDA.
Filomena Calenda, nella sua spiegata qualità di Consigliera Regionale della Regione Molise e Presidente della IV Commissione (Politiche Sociali, Sanità, Turismo), prende posizione sulle dichiarazioni rese dal Ministro Matteo Salvini e riportate dall’ANSA.
Il Ministro nel rispondere a domande dei giornalisti presenti all’incontro tenutosi ieri a Campobasso avrebbe affermato che le espulsioni delle due consigliere regionali elette nel 2018 nel consiglio regionale del Molise, Romagnuolo e Calenda, sarebbero state effettuate dalla Lega per aver fatto prevalere interessi personali.
Filomena Calenda fa presente di non aver mai subito alcun procedimento di espulsione dal partito della Lega di Salvini per il semplice fatto che non ha mai avuto alcuna tessera del citato partito. Ipotesi pertanto non vera oltre che impossibile. Con riferimento alle false affermazioni, apparentemente riconducibili al Ministro dell’Interno Matteo Salvini, circa la sussistenza di eventuali “interessi personali” ritenuti “prevalenti” e posti alla base della fantomatica espulsione, ne evidenzia la gravità, la falsità e l’assoluta portata calunniosa e diffamante con conseguente lesione dell’onore e decoro personale nonché dell’immagine e della reputazione politica e amministrativa.
La Consigliera Filomena Calenda preannuncia che ha dato mandato al suo legale di fiducia avv. Vincenzo Iacovino per interpellare, diffidare e mettere in mora il Ministro Matteo Salvini affinché chiarisca pubblicamente quanto dichiarato indicando quali gli interessi personali, ritenuti prevalenti, che avrebbe anteposto la Calenda all’azione polita e amministrativa. Il tutto con ogni riserva di diritto ed azione a tutela della sua persona e la sua reputazione politica e amministrativa innanzi alle competenti autorità giudiziarie civili e penali. La consigliera precisa infine di essere fiera di essersi allontanata da un partito come la Lega che anche per statuto esprime principi non democratici e premia soggetti mai eletti dal popolo.