RICEVIAMO E PUBBLICHIAMO DA ALFREDO RICCI – PRESIDENTE PROVINCIA DI ISERNIA
Sulla sentenza della Corte Costituzionale di ieri che ha sancito l’incostituzionalità della previsione del Decreto Legge n.119 del 28/10/2018, convertito in legge n.136 del 17/12/2018, circa l’incompatibilità tra il ruolo di Presidente della Regione e quello di Commissario ad acta alla Sanità regionale interviene il presidente della Provincia di Isernia Alfredo Ricci: “La pronuncia di ieri della Corte Costituzionale sulla questione della nomina del Commissario ad acta alla Sanità della Regione Molise - afferma il Presidente Ricci - costituisce un punto importante per la tutela dell’autonomia regionale e del diritto alla salute dei Molisani. Ho sempre ritenuto sbagliata la scelta di precludere per principio e in maniera automatica la possibilità per il Presidente della Regione di essere Commissario ad acta. Infatti, il Presidente, qualunque Presidente, è espressione della sovranità popolare. I tecnici non lo sono. E in materia sanitaria, in cui al centro ci sono i diritti dei cittadini molisani, pur nelle necessarie valutazioni tecniche, non può prescindersi a priori dalle scelte compiute democraticamente dai cittadini molisani.
Oltre tutto, se non si ha conoscenza del territorio e delle sue criticità, se non si conoscono, ad esempio, la posizione baricentrica del territorio venafrano anche rispetto alle Regioni limitrofe, le gravi difficoltà e i disagi dell’Alto Molise, i problemi di viabilità che ci sono per raggiungere Isernia, l’intasamento dell’ospedale “Veneziale”, non potranno mai compiersi scelte razionali e ispirate all’effettività della tutela del diritto alla salute dei molisani. Il rischio concreto è che le scelte saranno ispirate soltanto da criteri ragionieristici. E questo è ciò che, purtroppo, sembra che potrebbe caratterizzare il POS in via di adozione da parte degli attuali Commissari o, per loro tramite, da parte di sconosciuti tecnici romani.
Dei rischi che stiamo correndo sono convinto che tutti si siano resi conto. Le contrapposizioni di questo anno non hanno sortito risultati. Rischiano, però, di distruggere la nostra Regione e il diritto alla salute dei molisani. E adesso possiamo dire che anche su un piano costituzionale si sono rivelate un’arma spuntata. E, allora, credo che la sentenza della Corte Costituzionale di ieri, oltre ad essere condivisibile, costituisca una grande occasione per la Politica molisana: quella di superare le divisioni che ci sono state nell’ultimo anno e di fare fronte comune per evitare lo smantellamento della sanità molisana. Come Presidente della Provincia di Isernia, come Sindaco tra i Sindaci, come cittadino di questa Regione, auspico che si superi la diatriba su chi debba essere il Commissario ad acta, anche perché i ruoli istituzionali attribuiti dai cittadini molisani con il loro voto, a qualunque livello, sono un dato acquisito.
È tempo, invece, di unire le forze, nella comune consapevolezza – aggiunge Ricci - che il diritto alla salute dei molisani, anche attraverso la garanzia compiuta ed effettiva del diritto dei nostri concittadini di curarsi in Molise, costituisce un valore comune attorno al quale tutti i soggetti istituzionali di questa Regione possono e devono raccogliersi. Ora si apre uno spiraglio per il superamento dei problemi che stanno investendo la sanità in ogni angolo della Regione.
Occorre sentirsi uniti per vincere una battaglia di democrazia. Quello che sta accadendo, con il rischio concreto di smantellamento di reparti e servizi essenziali in molti ospedali, tra cui quelli di Isernia, Venafro e Agnone, non ha nulla a che vedere con il buon vivere civile. Sono convinto – conclude il Presidente della Provincia di Isernia Alfredo Ricci – che una tale confusione generata dal silenzio di chi crede che la Sanità sia un affare privato da gestire in quattro mura romane deve essere considerata superata puntando verso azioni politiche che badino alla salute delle persone e non a risparmiare soldi”.