È indirizzata al ministro dell'Ambiente Sergio Costa l'interrogazione sull'inquinamento della Piana di Venafro che la deputata Giuseppina Occhionero ieri ha depositato alla Camera dei deputati. La parlamentare renziana di Italia Viva vuole sapere «se e quali orientamenti intenda assumere in relazione ai fatti evidenziati, per garantire la sostenibilità ambientale complessiva degli impianti già operanti, e dl quelli eventualmente da realizzarsi in futuro» e, «anche in raccordo con il Ministero della salute, quali iniziative intenda assumere per assicurare la bonifica del contesto venafrano».
Infatti, come sottolineato dalla Occhionero, «da ormai troppi anni nella Piana di Venafro si è materializzato un "buco nero ambientale", che sta drammaticamente inghiottendo la comunità locale».
La deputata ha illustrato quindi al ministro Costa, che dovrebbe già conoscere la situazione, come a suo dire nella «piccola area si concentrano una serie di strutture ad altissimo impatto inquinante: cementificio di Sesto Campano, l'inceneritore di Pozzilli e l'inceneritore di San Vittore del Lazio. Non calcoliamo, poi, "l'indotto inquinante" del mezzi pesanti che servono le tre strutture».
Pertanto, «in corrispondenza con questa proliferazione inquinante, si è registrato un enorme incremento delle patologie tumorali, cardiovascolari, respiratorie, dell'apparato digerente: la stessa natalità ne ha risentito. Per citare alcuni dati, è stato rilevato come il distretto di Venafro abbia il tasso più alto di tumori, considerando tutti i distretti della provincia di Isernia, e che l'abortività spontanea risulta essere superiore del 30% ella media nazionale. La gravità di queste statistiche ha portato la Regione a stipulare un accordo con Asrem e Cnr per il monitoraggio della situazione dell'ambiente e della salute».
Non bastasse ciò, la Occhionero ha segnalato come «su questo territorio martoriato, sono giunte non una, ma ben due proverbiali gocce che hanno fatto traboccare il vaso. La prima "goccia" è lo spettro della realizzazione, sempre più incombente visto il parere favorevole del Ministero dello Sviluppo economico, di una grande centrale turbogas a Presenzano, in Campania, a pochi chilometri dal confine molisano. Gli enti locali, le associazioni di categoria e di volontariato sono insorte di fronte a questo accanimento, ma non risulta che dal Ministero dello Sviluppo economico, dal Ministero della Salute o dal Ministero interrogato siano giunti chiarimenti esaustivi. La seconda "goccia" è stata poi l'emergenza Covid19.
Pur nel quadro d'incertezza legato al virus, sembra abbastanza condivisa dagli esperti l'osservazione per cui le polveri sottili catalizzano il contagio. La Protezione civile riporta sul proprio sito, fra molti, che 'esista una relazione fra i superamenti dei limiti di legge delle concentrazioni di Pm10 registrati nel periodo dal 10 al 29 febbraio e il numero di casi infetti da Covid-19 aggiornati al 3 marzo". Ebbene: nella Piana di Venafro il superamento dei limiti di legge è un'evenienza purtroppo assai frequente, e dunque si crea così un clima di coltura ideale per il coronavirus».
Secondo la renziana, dunque, «come istituzioni, la prima cosa che possiamo fare è intervenire su situazioni come quella di Venafro, salvaguardando un territorio piccolo ma non per questo meno bello, meno prezioso o più sacrificabile. Cominciando proprio da là, e da "ogni altra Venafro" del nostro Paese».