Ricordate il progetto di SGI (Società Gasdotti Italia) di far passare il gasdotto Larino-Chieti all’interno di Bosco Corundoli? Secondo quel progetto le condotte del gas affiancherebbero il già presente metanodotto San Salvo-Biccari, attualmente in fase di ampliamento su proposta della Snam. Due grossi progetti di interramento che vorrebbero smantellare gran parte della superficie boschiva.
I comitati locali sono insorti ed io stesso mi sono attivato per sollevare la questione a livello regionale con una interrogazione in Consiglio regionale che richiamava la Regione agli obblighi di legge, cioè all’esercizio delle funzioni amministrative relative agli usi civici e ai demani collettivi e alla salvaguardia dei diritti originari ed imprescrittibili della popolazione sulle terre civiche.
Infatti, in un primo momento il Comune di Montecilfone concesse ‘la servitù di metanodotto’ in quell’area boschiva senza evidenziare che fosse gravata da uso civico, non presentando alcuna osservazione in fase di valutazione ministeriale, impedendo l’ipotesi di tracciati alternativi e bypassando quindi maldestramente il coinvolgimento sia dei cittadini ‘proprietari’ sia della Regione, come previsto dall’art. 3 della legge regionale sugli usi civici (n. 14/2002). Poi, dopo due anni e dopo l’autorizzazione ministeriale sull’intero progetto, lo stesso Comune si è trovato costretto ad annullare d'ufficio la Delibera del Consiglio comunale con cui fu concessa quella servitù e a riaprire di fatto la lunga e complessa partita sulla destinazione del bosco.
Ora c’è chi sostiene che il Decreto Semplificazioni, recentemente approvato in Parlamento, avrebbe dato un decisivo via libera al passaggio sotterraneo dei due metanodotti, che nel frattempo le due compagnie di gas avevano richiesto, sia al Ministero dell’Ambiente che alla Regione, in variazione dell'opera. Niente di più falso, anzi il MoVimento 5 Stelle è riuscito ad eliminare quel ‘via libera’ che impropriamente e con sorpresa era comparso nel testo.
Ma perché SGI e SNAM hanno chiesto una variante d'opera? Perché forse erano sicure che nessuno si sarebbe accorto di quel piccolo comma inserito nel Decreto, quel comma che avrebbe eliminato la pronuncia del mutamento di destinazione d'uso nel caso l'opera fosse interrata?
Quel comma riguardava certamente il Bosco Corundoli e la situazione di stallo creatasi da quando è venuta fuori l'esistenza di un diritto collettivo su quell'area.
In fase di conversione del Decreto in Legge proprio il portavoce molisano del MoVimento 5 Stelle alla Camera dei Deputati, Antonio Federico, è riuscito a far sopprimere quelle poche righe. Voglio quindi rassicurare i cittadini e i comitati della zona: la partita non è ancora chiusa e vige ancora il vincolo del vaglio dei cittadini e del vaglio regionale, che secondo la legge dev’essere richiesto quando un qualsivoglia progetto interessi aree ad uso civico. Oltretutto quel terreno è sottoposto a vincolo idrogeologico e un tunnel per il passaggio di ben due gasdotti non è un'opera poco invasiva.
A tal proposito, ricordo la mia interrogazione presentata a marzo scorso, con la quale chiedevo alla Regione Molise di chiarire perché non avesse esercitato le proprie funzioni relative agli usi civici. La risposta scritta del governatore Toma è arrivata sei mesi dopo, con un ritardo inspiegabile: "La Regione - spiegava - non è stata coinvolta formalmente dal Comune di Montecilfone, ma ha provveduto ad intavolare un confronto verbale con la SGI per esortarla ad individuare soluzioni alternative".
Le soluzioni alternative bisognava richiederle in Conferenza dei servizi, cioè quando era il momento idoneo a presentare osservazioni e non ora. L’alternativa paventata dalla società comunque era proprio il passaggio sottoterra, attraverso un tunnel. Ma a pensare male difficilmente si sbaglia e credo che i due colossi del gas confidassero nell’approvazione di quel comma bocciato invece dal MoVimento 5 Stelle.
Quindi la palla torna a centrocampo e io ora mi chiedo: perché il Comune di Montecilfone, invece di abbozzare delibere che regolamentano il passaggio di metanodotti sul proprio territorio, non segue precisamente le disposizioni dell'articolo 3 della legge regionale 14/2002 sugli usi civici, coinvolgendo cittadini e Regione? E perché la Regione non esprime un parere chiaro sulla vicenda?
A breve chiederemo le risposte a queste domande anche in Consiglio regionale.