Nell’ambito delle giornate tematiche relative all’insegnamento di educazione civica, le referenti d’Istituto Antonella Di Cristoforo e Giuliana Ferrara, unitamente alla dirigente dell’I.C. Di Petacciato “V. Cuoco” Giovanna Lattanzi, sono onorate di poter ospitare nella propria scuola una figura eminente come Giuseppe Antoci, simbolo di legalità e di lotta alla Mafia. Lo scrittore Andrea Camilleri definì Antoci "un Eroe dei nostri tempi, una persona coraggiosa che facendo il proprio dovere combatte la mafia”.
Il 12 novembre 2016 il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, di sua iniziativa, ha concesso a Giuseppe Antoci l'Onorificenza di "Ufficiale al Merito della Repubblica Italiana", consegnata al Quirinale il 2 febbraio 2017 con la seguente motivazione: "Per la sua coraggiosa determinazione nella difesa della legalità e nel contrasto ai fenomeni mafiosi".
Giuseppe Antoci è un politico italiano, presidente del Parco dei Nebrodi dal 2013 al 13 febbraio 2018. Nel 2015 ha introdotto nel Parco un protocollo per l'assegnazione degli affitti dei terreni, che prevede la presentazione del certificato antimafia anche per quelli di valore a base d'asta inferiori a 150.000 euro. Questo "Protocollo di legalità" il c.d. "Protocollo Antoci", firmato il 18 marzo 2015 presso la Prefettura di Messina dalla Regione Siciliana e dai 24 Sindaci del Parco, nel settembre 2016 è stato esteso a tutta la Sicilia e sottoscritto da tutti i Prefetti dell'isola. Successivamente, il 18 maggio 2016, Antoci è stato vittima di un attentato mafioso, dal quale è uscito illeso grazie all'auto blindata e all'intervento della scorta. Il "Protocollo" è stato recepito dal nuovo Codice Antimafia, votato in Parlamento il 27 settembre 2017, e adesso è applicato in tutta Italia.
Il 4 giugno 2021 sarà nell’aula magna dell’IC di Petacciato per parlare ai ragazzi di legalità, di dovere, di lotta, di giustizia, lo farà attraverso il libro “La mafia dei Pascoli” in cui racconta a Nuccio Anselmo la sua esperienza, e il coraggio di tanti altri servitori dello Stato che gli hanno consentito di andare avanti nella sua battaglia.
“Milioni di euro guadagnati per anni in silenzio da Cosa nostra. Un business “legale” e inesplorato. Boss che riuscivano inspiegabilmente ad affittare tanti ettari di terreno nel Parco dei Nebrodi, in Sicilia, terrorizzando allevatori e agricoltori onesti, li lasciavano incolti e incassavano i contributi dell’Unione Europea perfino attraverso “regolari” bonifici bancari. Un meccanismo perverso che si perpetuava di famiglia in famiglia e faceva guadagnare somme impensabili. Un affare che si aggirerebbe, solo in Sicilia, in circa tre miliardi di euro potenziali negli ultimi 10 anni.
E nessuno vedeva o denunciava. Fino a quando in quei boschi meravigliosi e unici al mondo non è arrivato Giuseppe Antoci, che è riuscito a spazzare via la mafia dal Parco realizzando un protocollo di legalità che poi è diventato legge dello Stato ed oggi è applicato in tutta Italia. Cosa nostra aveva decretato la sua morte.
La notte tra il 17 e il 18 maggio 2016 Antoci è stato vittima di un attentato, dal quale è uscito illeso solo grazie all’auto blindata e all’intervento armato del vice questore Daniele Manganaro e degli uomini della sua scorta. Ma la vicenda di Antoci, per essere compresa va inserita in una storia più ampia. Per questo motivo Anselmo racconta nel libro della catena di omicidi ancora irrisolti avvenuti in quelle terre, di Cosa nostra barcellonese e dei Nebrodi, del primo grande processo contro il racket dei clan tortoriciani e delle dinamiche mafiose del territorio”.