RICEVIAMO E PUBBLICHIAMO DA PATRIZIA MANCO - PORTAVOCE REGIONALE M5S MOLISE
Da un lato una normativa chiara, che ha come obiettivo imprescindibile la tutela delle peculiarità ambientali e faunistiche presenti sul territorio, riconosciute e inserite in vere e proprie zone speciali. Dall’altro, il mancato controllo delle prescrizioni che le direttive europee, le leggi italiane, le normative e gli atti amministrativi impongono.
In mezzo, chi dimostra scarsissima attenzione per il patrimonio ambientale che è ricchezza da tutelare, una sorta di ‘marchio di fabbrica’, sigillo di autenticità della nostra terra: le aree Sic e Zps, le zone della Rete Natura 2000, gli arenili e i boschi dove le attività possibili devono essere perimetrate nell’alveo di quello che stabiliscono le norme.
Ultimo increscioso episodio in ordine di tempo, segnalato dalle associazioni ambientaliste all’assessorato regionale all’Ambiente, riguarda il litorale di Campomarino, specificatamente in una zona che si estende su 133 ettari per una lunghezza di circa 8 chilometri e che rientra fra le nostre aree da proteggere, tutelare, quale patrimonio inestimabile per le generazioni future.
Bene, non è la prima volta che questa zona riconosciuta come ‘da proteggere’, viene invece sciaguratamente riconvertita in estemporanea pista da motocross o da quad, un circuito dove gareggiare in totale spregio delle normative vigenti, in primis del Piano spiaggia che vieta tassativamente il transito sugli arenili a qualsiasi tipologia di mezzo a motore.
Lo stesso triste destino si verifica purtroppo anche per le altre aree protette del Molise, dove l’inciviltà di pochi mette a repentaglio il patrimonio naturale dell’intera regione. Inquinare torrenti, abbandonare rifiuti nei boschi, deturpare i sentieri che ci accompagnano nel percorsi di montagna o i millenari tratturi, distruggere gli ecosistemi dunali come nel caso di Campomarino, sono azioni da biasimare, denunciare e perseguire poiché nocive sia per la flora e la fauna presenti in queste aree protette sia per tutti noi, in quanto provocano incalcolabili danni dal punto di vista ambientale, della salute e turistico.
In Molise ci sono 88 siti appartenenti alla Rete Natura 2000, che si estendono su 118.725 ettari, cioè il 26,76 per cento della superficie totale della regione. In queste zone servirebbero controlli mirati affinché la tutela del patrimonio che ‘vendiamo’ come prodotto turistico resti tale e non diventi invece il vergognoso spazio per i raduni di certi empi centauri.
Ho presentato quindi un’interpellanza urgente per conoscere le azioni messe in campo dalla Regione Molise per evitare che le nostre ricchezze ambientali siano depauperate se non distrutte dall’azione dell’uomo, ma è pur vero che le azioni di controllo del territorio devono essere più inflessibili ed efficaci. Anche perché le Regioni devono assicurare ai siti di importanza comunitaria le opportune misure per evitare il degrado degli habitat naturali e degli habitat di specie, nonché la perturbazione delle specie per cui le zone sono state individuate.
Ora sarà la Giunta Toma ad esporre quali misure di controllo e di sorveglianza abbia adottato, in ottemperanza alle Direttive e alle normative vigenti, per impedire il grave danno alla flora e alla fauna derivante dall’accesso di fuoristrada, quad, moto o di qualunque altro veicolo non autorizzato, nelle aree protette, nei boschi, lungo i torrenti e i laghi, sulle aree dunali, le spiagge.
Se il Molise punta davvero su questo suo patrimonio naturale, unico ed inestimabile, tanto da farne un marchio di fabbrica, un brand con il quale rilanciare l’intero territorio e creare nuovi sbocchi occupazionali, non può permettersi di perderlo per colpa dei dannosi comportamenti di qualcuno o della negligenza di qualcun altro.