Riceviamo e pubblichiamo da portavoce regionale M5S Molise Vittorio Nola
🔴 A Venafro e in tutto il territorio di riferimento si teme il peggio per le sorti dell’ospedale Ss. Rosario. Come riportato infatti oggi dal giornalista Marco Fusco, su Primo Piano Molise - e come da me sottolineato più volte nei mesi scorsi - il principale presidio ospedaliero della piana rischia di perdere la portineria e non arrivare al pieno regime per alcuni reparti. Ma, ancor più grave, manca una programmazione seria, a medio e lungo termine.
Insomma, altro che rilancio del nosocomio venafrano. I cittadini stanno letteralmente assistendo al suo smantellamento!
Intanto slitta la nomina del dirigente responsabile della Casa della salute, ancora senza una guida, e l’Rsa per i nostri anziani resta inattiva. Eppure persino il premier Draghi, dal momento dell’insediamento, è stato chiaro sulla necessità di potenziare tali servizi.
Sono rimaste inascoltate però le mie richieste e i continui richiami sul tema rivolti al presidente Donato Toma e al sindaco di Venafro, Alfredo Ricci, tra l’altro anche presidente della Provincia di Isernia.
Sono allora costretto a sollecitare, ancora una volta, i massimi rappresentanti a livello regionale e comunale: si adoperino immediatamente per il pieno recupero del presidio ospedaliero territoriale, partendo dal ripristino dei servizi minimi.
Il Ss. Rosario deve far parte della rete di emergenza-urgenza territoriale e non deve essere considerato alla stregua di un “parcheggio”, da utilizzare per i nostri poveri anziani colpiti dal Covid.
Vanno tempestivamente riattivati il reparto di radiologia, il punto di primo intervento e il reparto di riabilitazione, per poi procedere con alla nomina del responsabile della Casa della salute e alla messa in funzione della Rsa. Solo così si potranno programmare investimenti, in termini di risorse umane e tecnologiche, con l’agognata assunzione di personale medico-sanitario.
Le responsabilità della situazione in cui versa il Ss. Rosario sono ormai chiare a tutti. Anche perché finora nessuno, tra i vertici sanitari, ha mosso un dito. Neanche chi da mesi rivendica incessantemente il ruolo di Commissario.