Isernia: Francesca Scarabeo scrive ai suoi elettori. “Decidere di candidarsi non è mai una scelta semplice. In campo per salvare la nostra sanità pubblica”.
Isernia: Francesca Scarabeo scrive ai suoi elettori. “Decidere di candidarsi non è mai una scelta semplice. In campo per salvare la nostra sanità pubblica”.
Decidere di candidarsi, a qualunque livello, non è mai una scelta semplice. Il primo step da superare è il confronto con se stessi che, inevitabilmente, passa per la domanda: cosa posso offrire io alla mia città? L'elenco si riduce a una cosa sola, che poi contiene tutte le altre, ben-essere.
Ovvero vivere del proprio lavoro, usufruire di una sanità pubblica di qualità, avere servizi efficienti, guardare al futuro con ottimismo. Ben-essere a Isernia, al momento, sembra una chimera poiché regna il mal-essere, e regna ovunque! Dirette conseguenze sono la sfiducia e la voglia di andare via il prima possibile. Come fermare l'emorragia? I proclami sono rimasti tali da 20 anni, i programmi (del secolo, a ogni tornata elettorale) non hanno salvato neppure capre e cavoli, ma solo gli interessi dei soliti noti.
Cosa dire agli elettori disillusi, per fortuna ancora la maggioranza, affinché tornino a credere in un ideale, in un progetto di sviluppo reale in cui tutti possano godere dei frutti? Nulla, il tempo delle chiacchiere è scaduto. È il tempo dell'esempio di donne e uomini che pur potendo lasciare la città sono rimasti per denunciare i torti subiti perché nessuno ne subisca di analoghi. Di donne e uomini realizzati lontano dal Molise e che sono tornati a casa con un bagaglio di esperienza da spendere nel nostro territorio.
Tra loro ci sono anch'io con Piero Castrataro sindaco. La mia vicenda personale è nota a tutti, l'epilogo è stata la chiusura del Centro di Senologia dell'Ospedale 'Veneziale', uno dei tanti servizi tagliati dalla scure del Piano Sanitario, sebbene per l'Asrem e la Regione Molise non si sia trattata della soppressione di un'attività poiché non esisteva!
E gli altri reparti smantellati? Neppure quelli esistevano? Allora noi medici chi abbiamo curato per anni? Tra poco, in una sanità pubblica ridotta al lumicino, non resterà che smistare in strutture convenzionate, regionali e non, i pazienti molisani.
Il Piano Sanitario di Toma non lascia dubbi sul destino di tutti noi. Il governatore si affanna ad additare, chi contesta il POS, come sobillatore delle piazze per motivi meramente elettorali. In realtà sa bene che quel piano aprirà un’emergenza sociale. Siamo ancora in tempo per porre rimedio, bocciando, ora, un sistema politico dove i diritti non esistono più. Ognuno di noi deve fare la propria parte riappropriandosi della libertà di scelta e votando per la svolta che segnerà un nuovo corso.