BRUXELLES - 3 AGOSTO 2022 –“Mi auguro che il prossimo Parlamento metta al centro dell’agenda politica il Mezzogiorno. Il Sud non può permettersi ulteriori ritardi: bisogna fare presto e accelerare il più possibile per non perdere il treno del Pnrr ”.
Commenta così Aldo Patriciello, europarlamentare e membro del Gruppo Ppe al Parlamento europeo, le anticipazioni del rapporto Svimez sull’economia e la società del Mezzogiorno. Un rapporto che certifica come lo shock economico dovuto prima alla pandemia e poi alla crisi ucraina abbia danneggiato soprattutto le Regioni del Mezzogiorno.
“Le crisi degli ultimi anni hanno messo a nudo la fragilità dell’economia del sud, inutile girarci intorno. Il fatto che il divario con il centro-nord aumenti anziché diminuire – spiega Patriciello – non è più un semplice dato numerico, ma un vero e proprio dramma. Serve un’azione decisa da parte del prossimo Governo: quello del Mezzogiorno è un caso unico, è il divario economico più grande, interno a uno stesso Stato, che esista in tutto il mondo sviluppato. Altro che regionalismo differenziato e più autonomia per il nord: fino a quando si continuerà a non affrontare seriamente il nodo della enorme sperequazione presente nella nostra penisola – afferma l’eurodeputato molisano - sarà difficile ritornare ai livelli di ricchezza pre-crisi e arrestare, di conseguenza, l’emigrazione dei nostri giovani.
Secondo la Svimez a fronte di una crescita media del Pil del 3,4 per cento nel 2022, quello Mezzogiorno aumenterà solo del 2,8% a fronte del 3,4% del Nord-Ovest e del 4,7% del Nord-Est, ma in linea con il Centro. E nel 2023 andrà anche peggio, con una media dell’1,5% il Pil del Mezzogiorno non arriverà neanche all’1%, contro l’1,9% del Nord-Ovest e l’1,4% del Nord-Est e questa volta un buon recupero del Centro, che si attesterà all’1,7%. Il divario permane anche nel 2024.
“Il sud ha urgente bisogno di investimenti pubblici e certamente il PNRR è la strada giusta. Ma bisogna assolutamente snellire al massimo la burocrazia dei nostri enti pubblici, i cui ritardi rischiano di far saltare il banco: un’ipotesi da scongiurare con ogni mezzo. Frenare la spaventosa crisi di un pezzo d’Italia – conclude Patriciello - è una responsabilità che ricade sull’intera classe dirigente del Paese, non solo su quella meridionale”.