RICEVIAMO E PUBBLICHIAMO DA PORTAVOCE REGIONALE M5S Molise ANDREA GRECO
Sei aerogeneratori dell’altezza di 200 metri per un diametro di 170 metri saranno installati a Vastogirardi sul crinale della montagna di fronte Agnone. Parliamo di un impatto visivo impressionante considerato che ogni singola pala supererà 186 metri del pilone centrale del ‘Sente – Longo’, tra i ponti più alti d’Europa. Potrebbe essere questa la nuova inquietante fotografia dello skyline dell’alto Molise. Si tratta di due progetti presentati da altrettante società energetiche: uno di questi prevede un impianto dalla potenza complessiva di 24 MW ed è già in fase avanzata. L’iniziativa sarà discussa durante i lavori della Conferenza di servizi convocata a Campobasso per domani 8 febbraio. A leggere le carte gli aerogeneratori andranno a sostituire gli impianti eolici di ‘Montarone’ e ‘Montarone 2’. Il progetto prevede espropri nel Comune di Agnone e Vastogirardi, ma per gli enti locali nessun beneficio economico come avveniva in precedenza con le royalties. Attualmente infatti i Comuni non ricavano nulla dall’installazione di impianti eolici sui propri terreni, soprattutto se restano alla finestra mentre le società mandano avanti le autorizzazioni. Non è tutto: la realizzazione del nuovo impianto paradossalmente non prevede la procedura di Valutazione di Impatto Ambientale (VIA). In pratica l'impianto viene quasi considerato una replica di quello esistente, fatto realmente incomprensibile di cui chiederò spiegazioni in Consiglio regionale. E' vero che secondo il progetto viene diminuito il numero dei pali, ma è altrettanto vero che se oggi sono poco visibili in futuro avranno un impatto visivo impressionante. Quello della transizione ecologica e delle fonti rinnovabili è sempre stato un nostro cavallo di battaglia, ma restiamo dell’idea che progetti come quello di Vastogirardi debbano essere condivisi con i cittadini, le associazioni e gli amministratori del posto e sono utili solo se portano vantaggi alla popolazione. Altrimenti è solo una forma di predazione territoriale. L'utilizzo delle rinnovabili, quindi deve essere coerente con la vocazione del contesto naturalistico, una delle poche risorse che ci contraddistingue su scala nazionale. Da qui la necessità di un confronto diretto con i maggiori interpreti del territorio e soprattutto con chi lo vive. Al contrario, questi progetti vengono portati avanti sottotraccia e senza alcuna concertazione, esclusivamente in nome del dio danaro. Una procedura inaccettabile che, come spesso accade, porta vantaggi solo a chi continua nell’opera di “saccheggio” ambientale di una regione ancora priva di un Piano paesaggistico capace di fissare regole e norme in materia.
A questo punto è dirimente pretendere dalle società proponenti, opere compensative utili ad esempio a favorire la nascita di comunità energetiche come forma concreta di ristoro per i cittadini, quindi sconti o sgravi in bolletta. Difatti, nel momento in cui si dimostra l’impatto visivo, e in questo caso appare evidente, le società sono tenute a dare fino al 3% dei ricavi sotto forma di compensazioni all’utenza. Sull’argomento, chiederò alla Regione di fare chiarezza e di assumere una posizione netta, senza compromessi. Nel frattempo è quanto meno opportuno rinviare la Conferenza di servizi fissata tra meno di 24 ore. Altro appello va ai primi cittadini dei Comuni interessati affinché facciano valere le proprie istanze ed in particolare quelle di una popolazione che, nel silenzio di tutti, per i prossimi 30 anni potrebbe essere costretta a convivere con i giganti del vento senza avere un euro di vantaggio. Contestualmente, è mia intenzione incontrare gli stakeholder e i cittadini che continuano a subire scelte calate dall’alto e poco rispondenti alle loro esigenze.