Il giorno 14 dicembre 2024, presso la sala Convegni di Borgo Tufi a Castel del Giudice, alle ore 11:00 si terrà un incontro-studio che ha come argomento i Castelli dei Caldora. Un grande impegno per la valorizzazione di una parte consistente del patrimonio castellano della nostra regione e di quelle vicine. Su nostra proposta il Consiglio Direttivo Nazionale dell’Istituto Italiano dei Castelli ha approvato l’ISTITUZIONE DI UN COMITATO INTERREGIONALE PER LA VALORIZZAZIONE DEI CASTELLI DEI CALDORA: ABRUZZO, CAMPANIA, LAZIO, MOLISE, PUGLIA. Tra le famiglie che nei secoli XIV e XV ebbero parte determinante nella storia del Mezzogiorno italiano è da annoverare quella dei Caldora. GIACOMO CALDORACapace di avere un vero e proprio esercito, di fatto era il capo di uno stato nomade, come sostiene Angelo di Costanzo. Secondo Tristano Caracciolo in questo periodo Jacopo ed il suo esercito uscirono poco dalle loro terre per il fatto che molti principi lo riempivano di doni solo per tenerlo buono ed evitare che egli intervenisse al soldo di qualcuno dei contendenti. Di Costanzo riferisce che era in gran prezzo ed in gran reputazione la cavalleria caldoresca e la sforzesca e che egli fu magnanimo a tal punto da non volersi mai far chiamare né principe, né duca benché possedesse la maggior parte dell’Abruzzo, del contado di Molise, della Capitanata della Terra di Bari. Egli ritenne che il suo nome valesse più di qualsiasi titolo. Fu uomo di lettere e amava avere rapporti soprattutto con altri capitaniugualmente amanti della cultura letteraria. I cronisti del tempo lo reputano superiore ad altri capitani come Niccolò Piccinino e Francesco Sforza. Tra i suoi allievi, oltre il fratello Raimondo e il figlio Antonio, che fu insignito del titolo di Duca di Bari, vi furono Lionello Crocciamura Accloccamura), Paolo di Sangro, Nicolò e Carlo di Campobasso, Matteo di Capua, Francesco di Montagano, Raimondo d’Annecchino, Luigi Torto e Ricciardo d’Ortona.
ANTONIO CALDORA
La morte di Giacomo ebbe riflessi negativi nella gestione militare angioina. Egli fu sostituito nel comando degli uomini da suo figlio Antonio (1400 - 1466) che lo aveva seguito in tutte le imprese più importanti. Antonio ereditava un patrimonio immenso dalla Puglia, al Molise, all’Abruzzo, al Lazio e alla Campania. Al momento della loro fine i Caldora possedevano oltre 200 castelli tra l’Abruzzo, il Molise, il Lazio, la Campania e la Puglia..I castelli dei Caldora costituiscono un unicum dal punto di vista storico, architettonico ed artistico in gran parte sconosciuto e che è meritevole di una concreta azione per la loro salvaguardia e la loro valorizzazione. Il Comitato avrà il compito di avviare tutte le iniziative che riterrà opportune per la conoscenza e la valorizzazione del patrimonio castellano e delle vicende storiche della famiglia Caldora promuovendo incontri, manifestazioni pubbliche, convegni e pubblicazioni sul tema. L'evento rientra nell'ambito del finanziamento "PIANO NAZIONALE DI RIPRESA E RESILIENZA (PNRR) - A TITOLARITA’ DEL MINISTERO DELLA CULTURA - MISSIONE 1 COMPONENTE 3 (M1C3) - INVESTIMENTO 2.1 ATTRATTIVITA’ DEI BORGHI - LINEA A - BORGO DI CASTEL DEL GIUDICE CENTRO DI (RI)GENERAZIONE – ATTRATTIVITA’ RESIDENZIEL E CULTURALE PER L'APPENNINO".
Programma:
Saluto del dott. Lino Gentile
Sindaco di Castel Del Giudice
Saluto della B.ssa Michaela Stagno d’Alcontres
Presidente Nazionale Dell’Istituto Italiano dei Castelli
Saluto della prof.ssa Onorina Perrella
Presidente onoraria della sezione molisana dell’Istituto Italiano dei Castelli
“I SESSANTA ANNI DELL’ISTITUTO ITALIANO DEI CASTELLI E IL MOLISE”
Relazione dell’arch. Franco Valente I CASTELLI DI GIACOMO E ANTONIO CALDORA IN ABRUZZO, CAMPANIA, LAZIO, MOLISE E PUGLIA Alle ore 13,30 seguirà nella Sala di Borgo Tufi un buffet al quale sono invitati tutti i partecipanti al convegno. UNA GRANDE OCCASIONE PER CONOSCERE I CASTELLI DI GIACOMO E ANTONIO CALDORA
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