CAMPOBASSO. Nei giorni scorsi Coldiretti ha svolto le proprie Assemblee Provinciali dei Soci, a Campobasso ed Isernia, per procedere alla approvazione dei rispettivi bilanci di esercizio.Peraltro, oltre a definire tali adempimenti statutari, gli incontri hanno consentito di approfondire con la dirigenza territoriale alcuni temi di carattere generale che condizionano non poco l’attività dei nostri agricoltori.La madre di tutte le emergenze è rappresentata dal dilagare della fauna selvatica che rappresenta un vero flagello che sta compromettendo il nostro patrimonio agroalimentare regionale oltre che il sistema ambientale.Per tutelare l’agricoltura ma anche l’ambiente e la sicurezza dei cittadini è da qualche settimana operativa la caccia di selezione a cui si aggiunge il prelievo tramite il Selecontrollo; entrambe le misure possono sicuramente svolgere un ruolo importante, ancorché non risolutivo della questione. L’aumento incontrollato della fauna è sicuramente un problema di carattere nazionale, ma probabilmente scelte passate, condizionate da interferenze più o meno velate da parte di soggetti mossi da altri interessi, hanno giocato molto negativamente qui in Molise.“Stiamo parlano di un territorio, quello molisano – afferma il Presidente regionale Coldiretti Molise, Claudio Papa - riconosciuto per bellezza e autenticità e curato da sempre dagli agricoltori custodi. Da anni però questo ambiente così unico è in balia delle scorribande di animali selvatici che si fanno beffa di recinti elettrici e di tutte le misure di contrasto adottate”. Negli ultimi mesi grazie anche ad una forte azione sindacale svolta da Coldiretti, nonché a seguito delle numerose denunce fatte dai Sindaci di diversi Comuni molisani, in conseguenza delle continue segnalazioni di ungulati ed altre specie di fauna selvatica all’intero dei centri abitati, la Regione sembrerebbe aver cambiato marcia, predisponendo alcuni degli strumenti atti a contrastare il fenomeno.“Ci riferiamo - dichiara il direttore regionale Aniello Ascolese - alle misure già citate della caccia di Selezione e del Selecontrollo, oltre che alla recente riorganizzazione dell’Osservatorio regionale degli habitat naturali e delle popolazioni faunistiche che auspichiamo possa riprendere appieno il proprio ruolo scientifico e di coordinamento nel contrasto alle specie invasive”.
Coldiretti valuta di estrema rilevanza l’azione delle Amministrazioni locali che rafforzano le motivazioni e le iniziative che da anni stiamo proponendo al fine di non abbassare la guardia verso un problema che è dirompente non solo per l'agricoltura ma per la sicurezza e salute di tutti”.“Le linee operative, collegate al PRIU e messe in campo dalla Regione Molise, rappresentano sicuramente per noi una prima risposta – continua Claudio Papa presidente di Coldiretti Molise – ma è solo un inizio. Auspichiamo da parte della Regione l'adozione di un Piano straordinario di durata quinquennale, non legato alla crisi sanitaria della PSA, per la gestione ed il contenimento della fauna. Ci riferiamo specificatamente all’art. 19-ter della L. 157/92 che interviene definendo obiettivi e azioni, nonché figure ed ambiti di intervento, molto più ampi distinguendosi, fra l’altro, completamente dall’attività di carattere venatorio. Infatti, così come specificato nella norma, le attività di contenimento non costituiscono in alcun modo esercizio di “attività venatoria” e sono attuate anche in zone vietate alla caccia, come parchi e/o aree protette, senza limitazione di tempo e con l’ausilio di tutti gli strumenti previsti dal D.M. 13 giugno 2023. Inoltre, il Piano di cui all’art. 19-ter, individua fra le figure abilitate agli interventi anche i proprietari o i conduttori di fondi agricoli, muniti di licenza per l’esercizio venatorio.Coldiretti Molise, unitamente all’intera base associativa, confidano nella dichiarata disponibilità in tal senso espressa, più volte negli ultimi tempi, da parte dell’Assessore regionale Salvatore Micone e continuerà nella azione di stimolo e di proposta affinché i propositi si tramutino al più presto in atti.