ACQUAVIVA D’ISERNIA. Da anni, ormai, lavora all’ambizioso progetto dello sviluppo e della produzione del fagiolo tipico di Acquaviva d’Isernia. Un legume che si è fatto conoscere per le sue peculiarità anche fuori i confini nazionali e che chef del calibro di Niko Romito, utilizzano spesso per la preparazione di piatti di eccellenza, come la ricetta “primavera” ad esempio. E’ questa la storia del fagiolo di Acquaviva d’Isernia, storia millenaria che però ha avuto inizio da una decina di anni a questa parte, quando , qualcuno in paese, si è accorto della valenza di questo prodotto. Da qui in poi sono iniziati gli studi, i lavori sul campo e le tavole rotonde per invogliare sempre più gente a coltivare questo prodotto, scomparso o quasi negli anni.
Museo del fagiolo
Una delle persone che ne custodisce i segreti maggiori in paese è la signora Silga Panzera, che ha investito tempo e denaro per avviare il progetto inerente la crescita di questo legume. All’interno della sua abitazione, in una sorta di percorso studiato ad hoc, si trovano oggetti tipici della cultura di Acquaviva d’Isernia che racchiudono tutta la storia del fagiolo locale e delle persone che giorno dopo giorno hanno fatto si che questo prodotto si potesse sviluppare sul territorio. Un legame stretto tra cultura popolare e turismo che nella casa di Silga profuma di fagiolo e di natura. In molti , qui, possono scoprire le bellezze del territorio immergendosi in un percorso di ricordi. Intanto, è allo studio un nuovo progetto di rinascita e di rilancio di questa produzione che nei prossimi anni dovrà crescere maggiormente ad Acquaviva e dintorni. Mi. Visco.