Da quando non c’è più lui le salite e le tappe di montagna non sono più come prima. Lui sui pedali ha fatto sognare per decenni generazioni, padri di famiglia, giovani sportivi che si avvicinavano al mondo del ciclismo. Ha fatto sognare anche me, suo grande ammiratore ed estimatore nel cuore e nell’anima. Grazie a lui mi sono appassionato al ciclismo e ne ho conosciuto pregi e difetti. Marco Pantani non è più tra noi da 12 anni. Eh si, proprio il 14 febbraio, giorno degli innamorati, ricade il suo anniversario di morte. Quel tragico 14 febbraio del 2004 il suo corpo venne ritrovato prima di vita all’interno di un albergo a Rimini.
E’ inutile tornare sulle vicende giudiziarie, per altro ancora in corso, con la riapertura del caso ottenuta con tenacia da mamma Tonina Pantani. Con questo breve articolo voglio solo omaggiare, con la mia redazione, un campione dei nostri tempi, un professionista serio e di cuore, e soprattutto un trascinatore di folle e di cuori palpitanti. Hai fatto emozionare milioni di persone con le tue fughe solitarie, con i tuoi strappi improvvisi sui pedali, con l’immenso amore che ci mettevi. La tua vita e la tua carriera sono state caratterizzate anche da tragici eventi, infortuni gravissimi e altro, ma hai dato sempre prova di essere un grande uomo. Ci sei riuscito senza farti notare ma con la tua immensa forza di volontà. Hai vinto il Giro, il Tour, corse a tappe, classiche e quant’altro. Un campione d’altri tempi che tutti gli italiani e non porteranno sempre nel cuore. Sono passati 12 anni caro Marco ma è come se fosse ieri. Mi. Vi.
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